A Cortina l’americana Lindsey Vonn anticipa il suo addio. ‘Non avrei voluto smettere, ma i dolori al ginocchio sono troppo forti: non posso continuare così’
Vorrei ma non posso. È un coro all’unisono quello che si leva simbolicamente dalle nevi di Cortina, sussurrato a denti stretti da due assolute protagoniste dello sci mondiale degli ultimi anni, che per motivi diversi non riescono più a fare quello che meglio riusciva loro: vincere, ma prima ancora sciare. Da una parte Lindsey Vonn, che ha probabilmente chiuso tra le lacrime il capitolo più importante della sua vita, caratterizzato da un classe immensa (non solo in pista), tante vittorie ma anche troppi infortuni; dall’altra Lara Gut, che quel capitolo vuole e può ancora arricchirlo. E proprio qui sta la differenza.
La statunitense vorrebbe più di chiunque altro continuare a sciare. E non solo per raggiungere il record di Stenmark di 86 vittorie in Coppa del mondo (è a quota 82). Il Circo Bianco è il suo castello, la competizione il suo nutrimento. Altrimenti non avrebbe mai potuto rialzarsi da tutte quelle terribili cadute che in particolare a partire dal 2013 l’hanno mandata sotto i ferri con drammatica regolarità, tenendola lontano dalle piste per circa tre anni in totale. Ma quella forza di volontà che più volte ha permesso alla leonessa originaria del Minnesota di tornare a ruggire, adesso non basta più. Troppi i 34 anni, troppi gli infortuni, troppo mal messe le ginocchia. E il vorrei ma non posso risuona come una sentenza più tagliente delle lamine dei suoi sci.
«Penso che questa sia stata l’ultima gara di Cdm della mia carriera – ha detto con la voce rotta dall’emozione l’atleta del Colorado, che rientrava proprio nella “sua” Cortina (12 vittorie) dall’infortunio al ginocchio sinistro che le aveva fatto saltare tutta la prima parte di stagione –. Non avrei voluto smettere, ma non possono continuare a sciare così. Il dolori al ginocchio sono troppo forti, non so cos’altro posso fare».
Molto può invece ancora fare Lara Gut, per la quale il “vorrei” deve tornare a pesare più del non posso. Per dirla con parole sue «il messaggio deve arrivare dalla testa ai piedi, perché i mezzi lì ho, devo solo ritrovare le giuste sensazioni».
Sensazioni che da ormai due anni e dal grave infortunio al ginocchio patito ai Mondiali di St. Moritz arrivano solo a sprazzi, ma alle quali la 27enne si aggrappa con la tenacia che l’ha sempre contraddistinta in un periodo nel quale dai risultati di fiducia ne arriva ben poca (quattro soli podi, di cui un successo proprio a Cortina, dal suo rientro nell’ottobre 2017). Ecco quindi che anche un’uscita di pista come quella di ieri, se preceduta da una quarantina di secondi di discesa interpretata come si deve, può rappresentare un piccolo ma significativo passo avanti... «Sono partita bene ma mi sono fatta fregare dalla neve diversa rispetto al giorno prima – le parole alla Rsi –. Ero sempre un po’ al limite e con la poca sicurezza con cui scio ultimamente l’ho pagato subito. In ogni caso è stata una prova positiva, perché anche se sono uscita fino a quel momento ho avuto il ritmo giusto e la sensazione di avere di nuovo la gara in mano».
Una svolta (si spera) nella testa della ragazza di Comano avvenuta dopo la seconda discesa di Cortina, chiusa 23ª a oltre 2 secondi dalla migliore... «Mi sono resa conto di essere stufa marcia di mettermi in discussione e di dubitare di me, non è quella la strada giusta. Ho un bel po’ di certezze ed è con quelle che sono andata in partenza oggi, con la convinzione di non aver dimenticato come si scia ma di doverlo solo tirare fuori».
Sì, lei che ancora può, dovrebbe proprio farlo.
L’annuncio shock della Vonn ha fatto passare in secondo piano la vittoria nel super-G della sua connazionale Mikaela Shiffrin (la terza in stagione nella disciplina, ottenuta davanti a Tina Weirather e a Tamara Tippler), così come le incoraggianti prove delle rossocrociate Jasmine Flury (5ª) e Wendy Holdener (6ª), in una gara che oltre a Gut e Vonn ha visto l’uscita di scena di molte altre “big”, tra le quali la vincitrice delle due discese di venerdì e sabato Ramona Siebenhofer, Ilka Stuhec e Michelle Gisin (7ª e migliore delle elvetiche il giorno prima).