Un connubio di integrazione chiude, perché?
Vi scrive una momò, cliente de l’Uliatt dalla sua apertura, gustando le delizie dello chef Carugati prima e la cucina innovativa e sorprendente dello chef Perret-Gentil dopo. Accolta sempre con un sorriso e tanta gentilezza, grazie a tutti i collaboratori in sala, durante questi anni ho potuto apprezzare un servizio professionale, efficace, attento a ogni dettaglio in un locale elegante e abbellito da svariate mostre. Una vera perla rara per la sua particolarità di integrazione, la sola nel Mendrisiotto.
Integrazione, se ne parla tanto ma cosa c’è di meglio per un utente che lavorare a stretto contatto con la gente come a l’Uliatt? Qualcuno me lo spieghi visto che chiude per una riorganizzazione interna preferendo i lavoretti manuali.
L’Uliatt non è solo una vetrina, come affermato di recente al Quotidiano, ma un esempio di duro lavoro, accompagnato con professionalità e dedizione da sempre.
Concludo con una domanda che mi incuriosisce. Chissà se chi ha preso e condiviso questa decisione scellerata abbia mai goduto delle prelibatezze, dell’eccellente servizio e dell’ambiente unico, quasi magico de l’Uliatt?
Consiglio di affrettarsi visto che chiude. Saluto triste, incredula e delusa, ringraziando di vero cuore tutto lo staff de l’Uliatt per i tanti momenti indimenticabili.