Commentando la situazione in cui è venuto a trovarsi il Ticino, il 12 luglio scorso Daniel Ritzer sulle colonne di questo quotidiano additava per l’ennesima volta le mai sufficientemente deprecate e scellerate politiche di stampo neoliberista e il lassismo fiscale come causa maggiore delle emergenze con cui è confrontato il Ticino. E, in effetti, è questo il mantra sventolato all’unisono da molti anni dalle varie destre.
È quindi con alquanta sorpresa che, sull’edizione del 13 luglio del Corriere della Sera, ho letto un’opinione diametralmente opposta proveniente da quel versante ideologico. Cirino Pomicino, già ministro del Bilancio del governo italiano, storico esponente della corrente andreottiana della DC, alla domanda dell’intervistatore su che cosa farebbe per uscire dalla situazione in cui si trova l’Italia se fosse ancora in quella posizione ha risposto: “Il debito pubblico lo riduci se hai maggiori entrate fiscali. E un gettito in grado di assorbire parte del nostro debito pubblico lo ottieni solo se chiami a raccolta tutti i grandi ricchi del Paese e gli proponi un grande patto per salvare l’Italia”. Al momento, nessun Pomicino ticinese in vista…