Era il titolo di un editoriale di Aldo Sofia apparso su laRegione dello scorso 18 maggio. Finalmente l’ha capita anche lui – mi son detto – che il mondo è cambiato. Gli ho mandato una email di felicitazioni, ma sono sempre in attesa di un riscontro. Spero non si sia offeso perché gli ho detto che io gli occhi avevo cominciato ad aprirli su questa realtà circa trentacinque anni fa, ai tempi del Settecentesimo della Confederazione Elvetica. E questo anche se non sono un giornalista, nemmeno di secondo rango, o avventizio.
Certo, l’organo digitale su cui, insieme a molti suoi amici (soprattutto ex dipendenti pensionati della Rsi), Sofia oggi scrive (naufraghi.ch) e al quale tutti possono gratuitamente accedere via internet è un fatto positivo da sottolineare. Un servizio utile per tutta la comunità. E indirettamente anche per la democrazia del Paese in cui viviamo. Su gli aspetti economici di quell’editoriale andrebbe però secondo me aperta una discussione.
Personalmente – da “libero” cittadino – sono arrivato (in coincidenza con gli ultimi anni della mia vita) ai bordi del “baratro” digitale, trascinatovi da una dominante e arrogante tecnocrazia. Ma chi ha concesso ai tecnocrati tutto questo spazio, se non un sistema economicistico come il nostro, latitante sui veri e più profondi bisogni dell’umanità? E poi perché abbiamo ucciso il dibattito, la polemica, la critica?
Un piccolissimo esempio sui molti che potrei fare: i numeri (le cifre, e certi simboli come virgole e punti) sono stati disegnati sulle tastiere dei telefoni e dei computer da incompetenti di comunicazione visiva con il massimo grado di illeggibilità… Si vada per esempio a vedere le lettere di Andrea Mantegna (1431-1506) scritte con la penna d’oca…! Mentre oggi la digitalizzazione starebbe addirittura distruggendo ciò che di positivo aveva inizialmente inventato. Soprattutto per un incredibile continuo accumulo di tutto… (Se ho bisogno di un martello, di una pinza, di un cacciavite… perché devo venir soffocato da un’intera e inutile officina meccanica?).
Qui sì che ci sarebbe da fare secondo me della vera ecologia… Ecologia innanzi tutto del cervello, senza “chip” o altre amenità da parco divertimenti per sottosviluppati. Altro che “interfaccia uomo-computer”… Certo, fa piacere constatare che anche un giornalista “progressista” si sia finalmente indignato… Ma non sarà troppo tardi?
Ora, riguardando la prima pagina della Regione con quell’editoriale vedo in basso un “richiamo” alle pagine interne: Partito Socialista, Riget e Sirica pronti: “Tornare al segno più”. Meno, meno… ci vorrebbe! E più sintesi, di tutto. Pensieri compresi. Ma più cervello, più intelligenza. Più dignità umana. E più rapporti analogici, concreti! Qualcuno ricorda “La roba” di Giovanni Verga? Altro che: «ça va sans dire»…