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Fiscalità: quando si mena il can per l’aia

I favorevoli alla riforma fiscale del 9 giugno nascondono il megaregalo di 30 milioni ai ricchi con promesse ingannevoli. Promettono maggiori deduzioni per spese professionali a lavoratori e lavoratrici, una riduzione dell’imposta sul capitale di previdenza ai futuri pensionati, meno tasse di successione ai concubini e minori imposte ai figli e le figlie degli imprenditori.

Tuttavia, se chi ora finge di sostenere questi gruppi avesse accettato di dividere il pacchetto in due, le misure condivise sarebbero già legge. Chi ora a queste persone le ha prese in ostaggio, rifiutando ciò che non era contestato e chiedendo l’accettazione di un pacchetto che include uno sgravio del 20% d’imposta per meno dell’1% dei contribuenti, i più ricchi. Questo significa oltre 50’000 franchi annui di sconto per chi ha un milione di reddito imponibile.

Lavoratori e lavoratrici, futuri pensionati, concubini ed eredi di imprenditori non devono temere: le misure a loro favore diventeranno legge comunque, poiché chi ha lanciato il referendum ha proposto di accettarle anche se vince il NO. È tuttavia inaccettabile ridurre le imposte di un quinto a chi non ne ha bisogno mentre si chiedono sacrifici agli altri cittadini.

I cittadini e le cittadine non sono ingenui e capiscono bene quando vengono ingannati. Il pacchetto prevede anche una piccola riduzione lineare delle aliquote, che per due terzi dei contribuenti significa 5 franchi in meno al mese. Questo è il modo in cui la destra tenta di “comprare” l’elettorato per dare ai milionari quasi mille volte tanto. Spero che la popolazione ticinese non accetti questa ingiustizia, rispettando sé stessa. Tutti i contribuenti vanno ringraziati, ma nessuno merita privilegi a scapito del resto della collettività.

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