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Le votazioni del 9 giugno e quei soldi che pesano

Riforma fiscale, misure di compensazione Ipct e stabile Efg. A confronto sui tre temi Gianella (Plr), Passalia (Centro), Durisch (Ps) e Bühler (Udc)

In sintesi:
  • Gianella (Plr): ‘Con la riforma fiscale vogliamo evitare un aumento di imposte per tutti, nonché rendere il cantone più attrattivo e moderno’
  • Passalia (Centro): ‘Siamo assolutamente d’accordo sul referendum finanziario obbligatorio relativo allo stabile Efg e contenti che il popolo possa esprimersi’
  • Durisch (Ps): ‘Contestiamo in pieno la riforma fiscale. Quello che non ci va assolutamente bene sono i provvedimenti legati ai redditi più alti’
  • Bühler (Udc): ‘Rispetto alle misure di compensazione, io, come 160mila lavoratori residenti nel privato, non conosciamo da tempo privilegi simili’
L’ora delle risposte
(Ti-Press)
21 maggio 2024
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Il Partito liberale radicale e tutto il comitato favorevole alla riforma fiscale la ritengono urgente e necessaria. Perché?

Alessandra Gianella: Il primo punto è quello di evitare un aumento di imposte per tutti, perché già dal gennaio 2024 il coefficiente cantonale d’imposta è tornato al 100%. Poi bisogna rendere il cantone più attrattivo e moderno, portandolo nella media svizzera nelle statistiche intercantonali e serve fare un passo avanti. Questa riforma fiscale è necessaria proprio perché porta quegli ammodernamenti che servono su vari aspetti, come l’imposta di donazione e successione, il prelievo di capitale di previdenza, le deduzioni per spese professionali... In un momento dove tutti i cittadini sono confrontati con costi che aumentano sempre di più evitiamo di far pagare più imposte.

Ma in questo discorso come e dove si inserisce l’abbassamento dell’aliquota massima per i redditi più alti dal 15 al 12%?

Gianella: Si inserisce come uno dei punti di questa riforma, perché rispetto agli altri cantoni siamo nei bassifondi delle classifiche. La riduzione dell’aliquota massima sarà graduale nel tempo, su più anni, e ci permetterà di essere più attrattivi.

La questione dell’aliquota massima è la principale contestazione che muovono i socialisti...

Ivo Durisch: Sì, la contestiamo in pieno. Perché per noi i punti sul prelievo del capitale pensionistico, le deduzioni per spese professionali, l’imposta di donazione e successione ci trovano d’accordo. Quello che non ci va assolutamente bene sono i provvedimenti legati ai redditi più alti, per due motivi. Il primo è che siamo in una situazione finanziaria fragilizzata da tutti gli sgravi decisi in questi anni, compresi quelli per la riduzione dell’aliquota sulla sostanza per favorire i più facoltosi, categoria favorita anche in questo caso. Il secondo motivo è che fare questi sgravi in un momento difficile per le finanze, dove sono già stati fatti tagli che colpiscono gli istituti per invalidi e le case anziani, e se ne ipotizzano già altri con il Preventivo 2025... per noi, moralmente, stride molto.

Però la concorrenza fiscale tra cantoni esiste, ed è un fatto.

Durisch: L’altro fatto che contestiamo si inserisce proprio in questo ambito, quello portato dai favorevoli quando affermano che serve rientrare nelle medie intercantonali sull’aliquota massima per evitare il pericolo di fuga dei grandi contribuenti. Secondo noi non è mai stata dimostrata, anzi, guardando i dati dell’Ufficio federale delle contribuzioni tra 2003 e 2020 i casi di tassazione di persone con più di cinque milioni di sostanza sono aumentati in maniera più ampia in Ticino rispetto a tutti gli altri cantoni. Quindi, dal nostro punto di vista non c’è nessuna fuga. Anzi, pagano molte tasse perché c’è sempre più sproporzione nella ricchezza e chiediamo che non paghino meno di quanto fanno ora. Pena sarebbe il taglio dei servizi.

Per l’Udc questa riforma è proprio il minimo, no?

Alain Bühler: Esatto, la nostra posizione è perfettamente in linea con quella del comitato a favore. L’abbassamento dell’aliquota massima al 12% è sui tavoli del Dipartimento finanze ed economia dal 2009, è quindici anni che si fanno grandi ragionamento senza arrivare mai ad attuare niente. Ora, a cinque minuti a mezzanotte, si arriva a votare qualcosa che si è fatto davvero urgente. Nel 2010 come dicevamo è stata riconfermata dal popolo, di fatto, la concorrenza fiscale intercantonale: è un dato di fatto. L’Inghilterra sta applicando un’autentica morsa fiscale sui redditi più elevati. Sono persone fiscalmente molto interessanti, mobili, pronte a trovare un altro lido. Arriveranno probabilmente in Svizzera, molti cantoni si sono mossi o si stanno muovendo per accaparrarseli. Un Ticino in fondo alla classifica chi attrarrà mai? Cosa riceverà? E non parlo solo del Regno Unito, ma di tanti altri posti. Poi ci sono anche persone che partono: chi ha molta disponibilità trova velocemente un altro immobile in un altro cantone, magari i Grigioni, e lascia qui la residenza secondaria spostando il domicilio fiscale. Questi contribuenti versano il 40% del gettito fiscale. Poi, come diceva Gianella, le imposte aumenteranno già quest’anno e lo dobbiamo evitare con lo sgravio lineare dell’1,66% per tutti.

Il Centro, che si è astenuto in Gran Consiglio, invece che posizione ha in vista del voto?

Marco Passalia: Quella di essere di principio a favore delle riforme fiscali, ricordando che evidentemente in questo caso avremmo voluto che la riforma fiscale fosse trattata contestualmente al Preventivo 2024. Non si poteva andare a giocare sulle entrate, con gli sgravi, e dall’altra ritrovarsi a tagliare in ambito sociale. Questo elemento per noi era essenziale, e ci siamo astenuti. Ma grazie al lavoro in commissione della Gesione e in Gran Consiglio siamo riusciti ad apportare un buon correttivo, lo sgravio dell’1,66% che andrà a compensare l’aumento del coefficiente cantonale d’imposta. Una buona fetta dei nostri deputati saranno a favore, ma ricordiamoci che la questione delle finanze pubbliche è tutt’altro che risolta. Per questo attendiamo i risultati di una seria e rigorosa analisi della spesa che chiediamo da tempo e finalmente avrà luogo.

Questo taglio dell’1,66% rischia di essere ribaltato sui Comuni che alzeranno i loro moltiplicatori per far fronte a un calo delle entrate ma al continuo bisogno di erogare servizi di qualità?

Gianella: Noi quando abbiamo affrontato il tema abbiamo valutato le varie ipotesi, e questa misura che non era proposta dal Consiglio di Stato l’abbiamo inserita apposta per evitare effetti negativi a livello di imposte, proprio per evitare che i cittadini pagassero più imposte. Poi dobbiamo tenere conto che dal 2025 i Comuni potranno differenziare il loro moltiplicatore tra persone fisiche e persone giuridiche, permettendo di fare tutte le valutazioni necessarie per offrire la soluzione migliore. E tengo anche a ricordare che l’abbassamento dell’aliquota massima si è deciso di spalmarlo in molti anni, riducendone l’impatto.

Il Partito socialista ha già depositato delle iniziative parlamentari per sostenere tutte le parti condivise di questa riforma. In caso di bocciatura popolare, sareste pronti a sostenere queste proposte?

Bühler: Il 9 giugno io voglio solo portarmi a casa la riforma fiscale, tutta la riforma fiscale.

Passalia: Gli altri elementi vanno bene, d’accordo, ma ribadisco che non bisogna nascondersi dietro un dito e far finta di non vedere che sui redditi alti ci sono dei problemi a livello di aliquota.

Gianella: Va bene tutto, ma il discorso è semplicissimo: se dovesse passare il no, il 3% in più di imposte scatterebbe per tutti, subito, quest’anno. Sui redditi alti le aliquote non si toccano da 50 anni.

Durisch: C‘è da dire però che questo sgravio dell’1,66%, che a noi non piace, avrà un impatto forte soprattutto sui Comuni più poveri, che faranno ancora più fatica. Siamo contrari perché è uno specchietto per le allodole: chi ha un imponibile di 50/60mila franchi si vedrà in tasca 8 franchi in più al mese, e non bastano di certo a compensare quanto si rischia con il taglio ai servizi. Tutti in famiglia hanno persone anziane, o beneficiano dei servizi comunali. Tutto il corredo è un insieme di misure per mascherare il vero obiettivo: sgravare i ricchi.

A questo punto, non valeva la pena spacchettare le parti della riforma come chiedeva il Ps?

Bühler: Ma no, è una questione di visione: una riforma fiscale sembra serva solo a tagliare le entrate. Non è affatto così, la politica fiscale serve per mantenere il cantone attrattivo e a mantenere i buoni contribuenti. Quando la si fa, la si fa globale: questa è pure light, una riformetta, servirebbe una vera riforma strutturale. Comunque sia, è importante portarla avanti perché non si vuole affatto tagliare le entrate, ma rigenerarle.

Passalia: No, spacchettare i vari provvedimenti non sarebbe stata la soluzione. Anzi, semmai lo sarebbe stato avere altre tempistiche. Anche l’ultima riforma fiscale, con annessa la parte sociale, vedeva un pacchetto unico che soddisfava un po’ tutti.

Gianella: E in più, i punti della riforma vanno a correggere i problemi riscontrati al momento. Ed è giusto portarla avanti nel suo insieme.

Durisch: No, non ci sto perché eravamo aperti su alcuni punti come le spese per deduzioni professionali. Ma queste sono tutte scusanti, non è una questione di revisione della legge tributaria o meno. Volevate portare a casa la riduzione dell’aliquota massima e quindi avete messo tutto il resto insieme. È giusto che chi vota si faccia un’idea punto per punto, non mischiando qualsiasi cosa.

IPCT

L’Udc: ‘Privilegiati’. Gli altri: ‘No, affatto’

Sulle misure di compensazione per gli affiliati all’Istituto di previdenza del Cantone Ticino voi socialisti siete compatti a favore.

Durisch: Sì. Il mondo cambia, ed è questo il motivo per cui è cambiato il tasso di conversione, aumentando anche l’aspettativa di vita. Se non si procede con misure di compensazione come questa, che hanno messo in piedi tantissime altre casse pensioni, ci sarebbe una perdita del 15% nelle rendite di vecchiaia per docenti, personale dell’Amministrazione pubblica, del sociosanitario, per i poliziotti. E sarebbe insostenibile, perché porterebbe l’Ipct a essere ai minimi di Legge sulla Lpp.

Passalia: Noi riteniamo che quando si parla dello Stato, principale datore di lavoro con oltre 17mila dipendenti, sia assolutamente necessario ribadire che parliamo di persone residenti, che vivono e spendono in Svizzera. Anche solo per questo motivo non potevamo fare a meno di sostenere queste misure e considerare quanto succede attorno a noi. Non ultima, la votazione che ha istituito la 13esima Avs: un segnale chiarissimo sulle preoccupazioni degli svizzeri e soprattutto dei ticinesi. Un segnale, ma anche una direzione sull’impostazione da dare.

L’Udc da questo orecchio proprio non ci sente, vero?

Bühler: Ma neanche per idea, il nostro no è chiarissimo. In un momento dove si chiedono sacrifici ai ticinesi, e con il Preventivo 2025 aumenteranno, chiedere 21 milioni dei contribuenti, di tutti i contribuenti, per finanziare misure che comunque mantengono dei privilegi, per noi è assurdo. Io, come 160mila lavoratori residenti nel privato, non conosciamo da tempo privilegi simili: un tasso di conversione superiore al 6% non lo vediamo da una vita, assieme ad altri piccoli privilegi come le rendite ponte. Vogliono mantenere tutto questo con i soldi dei contribuenti? Con un miliardo di franchi in cinquant’anni? Assolutamente no. Anche perché questi soldi sono solo una prima tranche, con il risanamento vero e proprio dell’Ipct si chiederanno altri soldi ai contribuenti.

Ma non rischiate in questo modo di mischiare i due piani, quello delle misure di compensazione e quello del risanamento generale dell’Ipct?

Bühler: La tecnica delle fette di salame non ci appartiene. O si fa un progetto globale e generale di risanamento del peggior istituto di previdenza svizzero, ed entreremmo in discussione volentieri, o sennò a queste discussioni monche diciamo no. Non è un atto contro chi lavora per il Cantone, comunque privilegiati rispetto al privato.

Gianella: No, i dipendenti pubblici non sono dei privilegiati, è sbagliato portare avanti questo tipo di visione. È importante votare sì a queste misure innanzitutto perché è un compromesso raggiunto con le parti sociali, e non è poco. Inoltre permette di mantenere anche l’attrattività del posto di lavoro pubblico, persone che si diceva spendono qui. E come datore di lavoro, lo Stato non può sottrarsi a questo compito.

Bühler: Scusate eh, ma lavorano anche le altre 170mila persone che non conoscono alcun beneficio ma gli si chiede 21 milioni annui...

L’idea di chiamare alla cassa con un contributo le persone già in pensione?

Bühler: No.

Gianella: No.

Passalia: No.

Durisch: No, sono già stati toccati con la questione delle rendite vedovili.

STABILE EFG

L’entusiasmo non è contagioso

Le finanze sono fragili, ma il Palazzo di giustizia cade a pezzi. Questa sembra essere una soluzione a portata di mano, perché voi democentristi vi opponete Bühler?

Bühler: Vero, la giustizia cade a pezzi. Ma un conto è un edificio in pessime condizioni, un altro è il caos che vige all’interno della giustizia vera e propria. Servono soluzioni, a meno che non si scelga di mettere questo caos in un bel vaso di marmo bianco, metterci un tappo e dimenticarsene. Un vaso di Pandora alla ticinese. Quell’edificio è sul mercato da tanti anni, si poteva pagare a un prezzo sicuramente inferiore e pare che il Consiglio di Stato, attraverso i suoi mediatori, nemmeno abbia negoziato il prezzo... altri esempi di spreco, che tanto alla fine paga il contribuente. No, non funziona così. Sono d’accordo, lo stato del Palazzo di giustizia di Lugano è pietoso. Ma scusate, arriviamo ad accorgercene nel 2024? Perché non si è fatto niente prima?

Va bene, ma che alternative accompagnate al vostro no? Qualcosa andrà pur fatto per dare una casa dignitosa alla giustizia.

Bühler: Le alternative c’erano! Ha prevalso la scelta dell’acquisto di uno stabile per dare alla giustizia un pomposo palazzo, racchiudendo altri ambiti della giustizia non presenti ora a Lugano, aggiungendo il fatto di mettere sotto lo stesso tetto inquirenti e giudicanti... Un bel capolavoro...

Passalia, il Centro è diviso...

Passalia: No, non siamo divisi. Siamo assolutamente d’accordo sul referendum finanziario obbligatorio e contenti che il popolo possa esprimersi. Chiaro, per noi il vero problema non è tanto quello delle risorse per la parte immobiliare, ma quelle che devono essere investite nelle risorse umane. La vera questione aperta nella giustizia è quella. Sulla parte immobiliare, sullo Stabile Efg, se il popolo pensa che il prezzo di un quarto di miliardo di franchi sia adeguato alle necessità ne prenderemo atto. Ma ribadisco che la logistica non è il problema principale. Evidentemente, aggiungo, c’è stata molta lentezza da parte del Dipartimento istituzioni nell’affrontarlo. E ora si pagano le conseguenze.

I liberali radicali sono lancia in resta, per contro. Eppure è una gran bella spesa, in tempi di vacche magre.

Gianella: Bühler continua a parlare di sprechi... ma dal nostro punto di vista il vero spreco sarebbe mettere a disposizione dei soldi per affitti e traslochi, con 13,2 milioni l’anno pagati a terzi come abbiamo visto seguendo questa ipotesi. Si tratta di spazi accessibili, in centro città a Lugano, se ne discute da anni in Gestione, abbiamo analizzato di fino tutte le alternative possibili... Questa è la soluzione individuata e la portiamo davanti al popolo, per noi è la migliore che ci sia. A chi dice che ci sono alternative, ricordo che di concrete non ce n’erano. Bisogna riconoscere l’importanza della giustizia e darle finalmente una casa dignitosa.

Però è vero che la giustizia ha bisogno di più risorse umane... lo ha ricordato anche il recente rapporto del Consiglio della magistratura.

Gianella: Lo capisco, ma siamo di fronte a una somma di problemi accumulatisi nel tempo. Non è che non comprando questo stabile si risolva il problema degli effettivi o dopodomani portiamo a casa più magistrati o una riforma della giustizia...

Bühler: Ma non è vero anche il contrario.

Non vedete un rischio di condizionamento nel mettere sotto lo stesso tetto Tribunale penale e Corte d’appello penale, cioè prima e seconda istanza?

Gianella: No, per niente.

I socialisti invece come si posizionano?

Durisch: Il gruppo in Gran Consiglio è stato a favore. È stata riscontrata la necessità di restare in centro a Lugano, sia per necessità della giustizia sia per aiutare chi si reca lì. E anche per far vivere il centro di Lugano. Personalmente, la soluzione di questo palazzo non è l’ideale. Ma può starci. Concordo sul fatto che i problemi della giustizia restano aperti, e non saranno risolti dall’acquisto di uno stabile. Soprattutto a livello di digitalizzazione siamo indietrissimo, per non parlare della gestione del personale