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La doppia fregatura

Nel vasto campo del lavoro remunerato lascia molto a desiderare, oggi, la reciprocità degli scambi fra il Cantone Ticino e la Regione Lombardia. L’emigrazione stagionale di molti ticinesi provenienti in gran parte dalle valli fu fenomeno ancora presente nei primi decenni del secolo scorso. Pensiamo per esempio all’attività artigianale e ambulante dei magnani. Da diversi decenni, purtroppo, il frontalierato fra le nostre due regioni confinanti si è sviluppato a senso unico. Spesso e volentieri a scapito degli autoctoni!
Il padronato ticinese, infatti, può attingere a un enorme serbatoio di manodopera italiana a costi più che interessanti per il proprio profitto aziendale. Nello stesso tempo i lavoratori formati in Ticino si vedono costretti a emigrare oltralpe. Non pago di questo ben poco patriottico dissanguamento delle forze migliori del paese, il governo dell’Elvezia “libera e democratica” impone limitazioni nella spesa oltreconfine dei ticinesi che faticano ad arrivare a fine mese. Evidentemente chi acquista all’ingrosso fa rifornimento per proprio conto sui mercati della vicina penisola! Anche in questo caso, la reciprocità dei guadagni non fa che gli interessi di una minoranza. Minoranza che non tiene conto del bene comune e che anzi vorrebbe pagare meno tasse!