Vedendo un anziano, a volte, si dice che è in gamba, o che è ancora in gamba. Attenzione: dire “è ancora in gamba” ha una connotazione molto chiara: significa che “malgrado l’età avanzata uno è ancora in salute come uno che non è ancora anziano”. Naturalmente, non proprio tutti (anzi, forse molto pochi) prima di diventare anziani erano impegnati in lodevoli attività. Alcuni erano persino poco attivi, se leggiamo nel vocabolario il significato di attivo. Per riassumere: se sei anziano sei tendenzialmente mal messo; e se sei inattivo non fai niente o poco. Ammetterai che la vita di un anziano, salvo fortunate eccezioni, non è invidiabile. Per un anziano (almeno per molti) è molto difficile affrontare la vita ogni giorno: ti alzi al mattino e hai l’impressione di non essere più giovane e di non essere più attivo, ti senti un peso per la società. Un peso per la società, anzi, un costo per la società perché vivi grazie all’Avs e alla pensione. Come? Un anziano prima di essere anziano aveva pagato l’Avs e la pensione? Eh, ma pensi che se campi un decente numero di anni da anziano, vivi grazie a quello che hai pagato tu? Eh, no: quello che tu hai pagato durante la tua vita attiva serve a mantenerti solo fino a un certo punto, poi vivi sulle spalle degli altri.
E non parliamo della cassa malati: lo sai quanto costa un anziano alla cassa malati, cioè a coloro che la devono pagare? E, se tieni conto che aumentando ogni giorno di numero, come ad ogni piè sospinto alla radio, alla televisione, nelle piazze e nei bar ripetono ormai in continuazione, capirai che un anziano si sente poco bene. Si sente colpevole, si sente un peso, si sente di troppo.
Di troppo: apertamente non lo dice nessuno, ma arriverà il momento della raccolta di firme per l’iniziativa: “Fine della vita a settant’anni”.
Sarebbe un grande risparmio.