Ottant'un anni fa, il 13 agosto 1942, il governo svizzero chiuse i confini ai rifugiati “per soli motivi di razza, ad esempio ebrei”, che non vennero considerati rifugiati politici. Pochi giorni dopo, il 30 agosto dello stesso anno, il Consigliere federale e ministro di Giustizia Eduard von Steiger (in quota “agrari” di allora) affermava in un discorso davanti alla “Junge Kirche” a Zurigo Oerlikon che “la barca è piena”. In quel momento era chiaro a tutti che le migliaia di rifugiati “di razza” cui fu negata l’entrata in Svizzera andavano incontro a morte certa, e ci voleva coraggio da parte di chi clandestinamente salvò molte vite contro una disposizione xenofoba e disumana.
Sono scioccato e provo vergogna e ribrezzo per questi comportamenti e queste affermazioni delle nostre autorità di allora.
Ora mi capita in buca lettere un libello del partito di maggioranza in parlamento, sedicente erede degli agrari, che propone né più, né meno, la stessa teoria della barca piena. In questa “edizione straordinaria” (e spero che rimanga tale), distribuita a tutti i fuochi di tutta la Svizzera, grazie a un budget multimilionario, vediamo in prima pagina un “No a una Svizzera da 10 milioni” che annuncia un’“iniziativa per la sostenibilità”. È esattamente lo stesso slogan di 80 anni fa, e non è meno vergognoso di quello di allora. Questo partito non si vergogna a far leva sugli istinti più bassi di chi legge, e di insinuare che potenziali problemi della Svizzera sarebbero legati agli immigranti. Che la mossa venga portata avanti sotto le mentite spoglie della sostenibilità è assurdo e frutto di un pensiero spregiudicato, populista e menzognero.