La crisi finanziaria e il missmanagement nel settore bancario è un disastro preannunciato che purtroppo nessuno dei dirigenti si è preoccupato di risolvere cambiando strategia.
Il 18 marzo si leggevano le parole di Marzio Grassi, il quale in un suo commento scriveva: “La banca Credit Suisse è solida e solvibile”. La realtà smentisce le sue parole! Negli ultimi anni tutto quello che poteva accadere è accaduto. I fatti dimostrano che i dirigenti di CS hanno avuto una cattiva, o meglio pessima gestione, palesando incompetenza, una scorretta gestione patrimoniale e poca etica nella guida degli affari, causando una serie di perdite miliardarie. Non dimentichiamo anche le multe, gli scandali e le diverse operazioni fallimentari.
Questi e altri eventi hanno fatto perdere fiducia e credibilità nei confronti della banca. Nemmeno il piano di ristrutturazione, peraltro non ben definito e attuato a rilento, l’aiuto con capitali provenienti dagli emiri e qatariani, il credito di 50 miliardi da parte della Bns, hanno migliorato la già compromessa situazione provocando un deflusso di capitali.
Il dogma dello “shareholder value” e della massimizzazione dei profitti e dei propri bonus, incentivo ingannevole, è in contrapposizione tra la creazione di valore degli azionisti e dei membri delle società.
Come è possibile che perfino la Finma, che dovrebbe fungere da “arbitro”, non si sia accorta che tanti misfatti e operazioni speculative stavano portando la banca alla deriva? Vien da pensare che i bonus abbiano avuto il sopravvento sul senso di responsabilità.
L’esposizione all’estero nella misura dei 2/3 delle operazioni e la nuova megabanca Ubs, comportano un rischio troppo elevato (to big to be saved), specialmente a causa della collaborazione con Usa e Cina.
Possibile che la crisi del 2008, originata prevalentemente dagli Stati Uniti e causata da importanti errori umani, non abbia insegnato niente? Presumo che molti cittadini condividano con me l’aspettativa di veder sanzionati i dirigenti responsabili.
Considerando la situazione attuale, dove va a finire la reputazione della nostra nazione che si è sempre vantata di avere una “solida piazza finanziaria”?
Basta esporsi fuori dai confini svizzeri! Concentriamoci nel nostro Paese con serietà, responsabilità e onestà!