Non c’è consesso politico dove non si senta l’espressione "ceto medio". Una sola cosa è certa, che questa categoria rappresenta un vertebra importante della colonna portante della fiscalità cantonale. Il problema è sapere dove veramente si situa questo ceto medio, perché finora nessuno lo ha spiegato alla gente comune. Generalmente si tende a credere che siano quelle persone (fortunate) che stanno tra due redditi imponibili. I redditi bassi sono i "meno abbienti" quelli alti sono riservati ai ricchi. Il ceto medio è quella categoria che è fiscalmente bistrattata, non godendo di nessuna deduzione, se non le solite. Ora però la vita è diventata più costosa anche per il ceto medio che, per questo si vede erodere sempre più il "reddito rimanente" che in definitiva caratterizzava chi ne faceva parte.Qual è il rischio? È che qualcuno che faceva parte del ceto medio retroceda in B. Paradossalmente, mantenendo le stesse entrate. Senza però il diritto di chiedere aiuti di qualsiasi genere. Il risultato potrebbe essere una deficienza nelle entrate fiscali o comunque dilazioni e ritardi. Altro che pareggio dei conti dello Stato. Credo sia ora di rivedere la politica fiscale cantonale in modo che il prelievo sia effettivamente simmetrico e non come ora in cui una sola categoria deve sopportarne il peso, a scapito di altre, e con questo non intendo i "meno abbienti" ma gli... altri. Comunque sia in questo campo la vedo male, meglio prendersela con le uscite dello Stato che toccare "tasti dolenti".