L’argomento Lupo divide la società. Ma perché? In parte è la paura atavica per questo canide che stenta a placarsi soprattutto nelle valli, dove a volte si respira un odio viscerale nei confronti del lupo. Abito anch’io in valle ma rappresento coloro che amano l’ambiente in cui vivono con le sue regole. Le attività umane faticano a cercare soluzioni all’avanguardia puntando più al fucile. Una buona protezione e tanta passione riducono il rischio predazioni quasi a zero. Diversamente, è dimostrato che gli abbattimenti destabilizzano i branchi spingendoli verso prede facili. Sarebbe quindi più efficace attuare metodi dissuasivi (proiettili in gomma ad esempio). Sentendo spesso le stesse argomentazioni, che non tengono conto di elementi come quelli appena citati, viene da pensare che ormai non vi sia più in gioco la ragione ma solo un accanimento dettato dalla paura di ciò che non possiamo del tutto controllare. Eppure su questo pianeta non siamo i soli ad avere il diritto di vivere, perciò bisogna accettare anche il mondo "selvatico", che ci ha dato la vita. Il lupo è tra le specie ai vertici della piramide e opera una regolazione che preserva il ciclo di ciascuna forma di vita. Sulla base di questi principi, il 27 settembre 2020 i cittadini hanno democraticamente respinto la modifica della legge sulla caccia. Tuttavia, da allora è stato un continuo voler cambiare le carte in tavola, tanto che si è arrivati di nuovo a Berna, con un’altra proposta di revisione, approvata in settembre dal Consiglio degli Stati e in novembre dalla Commissione dell’ambiente del Consiglio nazionale. I soldi ricevuti non sono bastati, si chiede infatti l’autorizzazione a eliminare branchi o singoli lupi. In pratica sarebbe come se non avessimo votato affatto. Ecco la nostra amata democrazia.