I dipendenti affiliati all’Istituto di previdenza del Cantone si vedranno abbassare il tasso di conversione a partire dal 2024 (-20% della rendita), frutto della reticenza del Cantone nell’affrontare seriamente il risanamento finanziario della cassa senza farlo pagare ai propri dipendenti, cosa che è stata invece effettuata in tutti i cantoni della Svizzera e pure in città come Lugano. I dipendenti che hanno la sfortuna di essere affiliati all’Ipct avranno una pensione ridotta al minimo mentre il costo della vita sale costantemente.
Inutile tritare i soliti luoghi comuni circa il dipendente pubblico privilegiato che avrà una pensione d’oro. La verità ce l’ha dimostrata il Covid; senza uno Stato presente sarebbe stata una catastrofe, e lo Stato lo fanno funzionare tutti i suoi impiegati, da chi fa le pulizie, a chi lavora dietro le quinte a chi invece sta al fronte a contatto con la popolazione. Il nostro sistema pensionistico è un flop; il secondo pilastro dipende da mercati finanziari speculativi e fuori controllo e costa carissimo a fronte di rendite inadatte al costo della vita in Svizzera.
Qualcuno menziona ancora il terzo pilastro. Ma chi se lo può permettere oggi un terzo pilastro quando si fa fatica ad arrivare a fine mese? Poi ci sono quei partiti sempre pronti a sparare su tutto quello che è pubblico, salvo poi fare i piangina e andare a mungere lo Stato a ogni crisi. Ma non eravate voi che volevate un mercato assolutamente libero da ogni vincolo di responsabilità collettiva?
Il 28 settembre alle ore 17.30 alla stazione di Bellinzona protesteremo e ci opporremo alla decurtazione delle nostre rendite con tutte le nostre forze. Saremo in tanti e faremo rumore!