Recentemente la comunità internazionale (Usa e Europa) si è allineata nell’intenzione di sanzionare la Russia con il sequestro dei capitali degli oligarchi.
Su questi ultimi si è chinata negli scorsi giorni la trasmissione Report di Rai3.
Grazie all’accurata e approfondita inchiesta televisiva, si scopre come gli oligarchi siano riusciti in questi ultimi anni (soprattutto dopo l’invasione della Crimea) a "scudare" i loro capitali a Cipro e a Malta. Lì infatti sono stati accolti a braccia aperte, ricevendo pure al prezzo di 2 milioni di euro la cittadinanza europea, che peraltro si è scoperto sia stata data a circa 8’000 ricchi e super-ricchi, tra oligarchi, filibustieri e vari affaristi di dubbi traffici.
Nella città cipriota di Limassol, blindatissimi palazzi ospitano quotate agenzie fiduciarie, agevolate da leggi che hanno permesso di occultare questi immensi capitali, intestando ingentissime somme a parenti, a prestanome, o dirottandoli verso società off-shore, oppure ancora trasferendo queste immense fortune nei famosi paradisi fiscali, quali le isole Cayman, le Bermuda o Panama.
Ora che, proprio grazie a queste facilitazioni, i buoi sono fuori dalla stalla, la ricerca di questi grandi capitali per dar seguito alle sanzioni incentrate sulle fortune degli oligarchi risulta molto problematica, se non quasi impossibile. Si scopre tutto questo mentre alcuni politici di casa nostra si scagliano contro i responsabili della Seco, rei (personalmente non sono d’accordo!) di non fare abbastanza nella ricerca di questi famigerati capitali da sequestrare. Come se questi fossero giunti in massa nel nostro paese, quando invece sappiamo che la maggior parte di essi è approdata altrove, come giustamente il servizio televisivo ha mostrato. Lascerei quindi da parte le critiche alla Seco, dal momento che il grosso del problema è altrove.
Ricordo, in conclusione, il brutale omicidio, avvenuto nel 2017, della giornalista Daphne Caruana Galizia, messa a tacere da una bomba piazzata a bordo della sua auto: la giornalista maltese era "colpevole" di avere svolto inchieste che avevano scosso gli alti vertici della politica maltese, mostrando l’intreccio tra politica e finanza nel rilascio di passaporti facili, concessi a personaggi di dubbia caratura.