Con l’adozione dei cassonetti interrati, la soluzione escogitata dal Municipio della (sempre) Nuova Bellinzona per la raccolta dei rifiuti solidi urbani (sacco verde) nel centro storico ha del prodigioso, al limite del miracoloso. Pur essendoci a disposizione l’intera piazza Ex-mercato retrostante Palazzo civico (adibita a posteggio pubblico), si progetta di interrare i cassonetti in piazza Grande, immediatamente a ridosso della chiesa Collegiata, monumento storico per eccellenza di Bellinzona. Una raffica di critiche e opposizioni affossa il progetto. Si ripiega quindi sullo spazio antistante i palazzi della Società Bancaria Ticinese (altri pregevoli edifici del centro storico, ancora in piazza Grande) senza neppure inoltrare regolare domanda di costruzione (richiesta a chiunque per un semplice pollaio o tettoia). Nuova opposizione (della Bancaria), nonostante la quale si continua a scavare e si gettano metri cubi di calcestruzzo armato che, a opposizione accolta, vanno demoliti e sgomberati, la buca colmata e la pavimentazione ripristinata (a spese di chi?). Gran furbata finale: a tutti i fuochi del centro viene recapitata una circolare municipale che invita i residenti a voler cortesemente usufruire dei cassonetti in via F. Bonzanigo, intelligentemente posti sul lato privo di marciapiedi di questa trafficata arteria, proprio sotto le finestre dell’Ufficio Tecnico del Dicastero Ambiente e Opere pubbliche (?). Per gli abitanti del centro inizia così il salutare e obbligato pellegrinaggio del sacco verde attraverso viuzze e piazzette del centro storico, fino a piazza Indipendenza, dove si presenta il dilemma se sfidare il destino inoltrandosi sul lato privo di marciapiedi di via Bonzanigo, arrischiando di farsi arrotare, con annessi rifiuti, dal primo automobilista distratto di passaggio, o prolungare il giro turistico lungo il vicolo V. Mentlen e dintorni. Una pacchia, soprattutto per anziani, invalidi e mamme con pargoli a rimorchio. Nel contempo la raccolta di carta e cartoni si è fatta quindicinale e, per individuare e raggiungere un punto di raccolta del vetro usato, ci vuole un bel allenamento.
Ma dove sono, a parte qualche marginale sorpasso di spesa pubblica, gli eccezionali e irrinunciabili benefici per la popolazione promessi a tambur battente dai fautori della (sempre?) Nuova Bellinzona in occasione della votazione popolare sull’aggregazione comunale del 2017?