Il 5 dicembre scorso cadeva il centenario della nascita di Carlo Speziali (1921-1998). Fu tra i protagonisti della nostra scena politica per circa un quarantennio: entrato nel 1952 nel Consiglio comunale di Locarno, ne divenne municipale nel 1956 e sindaco dal 1961 al 1979. Segretario del Dipartimento dell’educazione pubblica dal 1955 al ’62, diverrà poi direttore della scuola magistrale di Locarno, carica che lasciò nel 1968 a seguito delle contestazioni studentesche. Eletto Consigliere nazionale nel 1971, nel 1979 divenne Consigliere di Stato, fino al 1986.
Una vita dedicata alla politica tra le fila dei liberali radicali, a favore di Locarno, di cui fu sindaco per 18 anni, e della Svizzera italiana, di cui difese efficacemente la lingua e la cultura, e a cui voleva dare, convincendo Governo e Parlamento e precorrendo i tempi, un Centro universitario, che tuttavia il popolo bocciò.
È perlomeno curioso che né la Città di Locarno né il Plr abbiano commemorato questo anniversario. Qualche ipotesi. La crescente marginalizzazione della storia nella cultura contemporanea e nella formazione della classe dirigente. L’impossibilità di conciliare la complessità, i tempi lunghi della riflessione e dell’approfondimento con l’attuale predilezione per le semplificazioni e gli slogan. L’imporsi di una politica che rincorre la cronaca, giorno per giorno, incapace di guardare avanti e indietro, chiusa in un presente permanente. Il timore di affrontare ombre, la cui consistenza poteva invece essere finalmente soppesata grazie a un serio lavoro di scavo storico. Un’occasione persa per ricordare un uomo di Stato tenace e vicino alla gente e per riflettere sul nostro recente passato per affrontare il futuro con maggior consapevolezza.