La Regione del 19 novembre scorso porta un articolo di Marino Molinaro sulla dottoressa di Giubiasco, che propone tamponi (per Covid-19) a 2 franchi per i giovani con basso reddito e a 10 franchi per adulti. Invece di complimentarsi con la dottoressa che (mosca bianca!) non fa soldi sulle disgrazie degli altri, lo scritto è pieno di velate ma pesanti insinuazioni (velate per non beccarsi una denuncia evidentemente…). Ecco alcune “perle”:... gli utenti potrebbero chiedersi se il tampone sia della stessa qualità attesa o se non venga magari reperito sottocosto in un mercato all’ingrosso poco affidabile. Con conseguenze ben immaginabili… Gli abbiamo chiesto (al farmacista cantonale) se quanto proposto non violi qualche norma di legge, se non vada contro la deontologia professionale… e se non violi l’intendimento della Confederazione che… mira anche… ad aumentare il livello di vaccinazione. Col supporto del farmacista cantonale continua poi lungo tutto l’articolo il tentativo di mettere in pessima luce l’operato della dottoressa, senza uno straccio di prova che ci siano delle irregolarità. Non una parola invece sul fatto che pagando 47 franchi a tampone (coi nostri soldi, il doppio della media attuale col “libero mercato”!) il Consiglio federale ha ingrassato alla grande gli “affaristi della salute”, regalando svariati milioni, salvo poi lamentarsi di avere troppi costi! Infatti ora, spero vergognandosi, hanno abbassato il “regalo” a 36 franchi. Ma il farmacista insiste:… bisognerebbe accertare la qualità del servizio offerto, del lavoro svolto, del personale incaricato, dei locali occupati e del materiale utilizzato… (forse aspetta che vada io a controllare!). Mi sembra giornalismo al servizio dei potenti: non fa onore né all’articolista, né al farmacista, né al giornale.