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Bellinzona alla prova del Preventivo 2025

Matteo Pronzini e Martino Colombo
(Ti-Press)

Le finanze della città di Bellinzona sono sempre più ballerine, con una serie di Consuntivi che hanno sistematicamente contraddetto anche in misura importante i dati di Preventivo. Una situazione umiliante per qualsiasi discussione politica seria. Infatti, da un lato vi sono coloro – come noi – che vorrebbero aumentare l’intervento della città per rispondere a quello che il messaggio sul Preventivo 2025 caratterizza come l’“impoverimento del tessuto sociale” che vive la nostra città; dall’altro la politica del Municipio (condivisa dai suoi partiti che ne hanno approvato gli ultimi Preventivi e Consuntivi) che invece punta a una politica di “equilibrio dei conti”. Un equilibrio, ci dice il Municipio, che deve essere considerato non alla luce dei Preventivi, ma dei Consuntivi, oltre a essere un“obiettivo da perseguire sul medio termine”.

E allora, diciamolo chiaramente: questo obiettivo di equilibrio a medio termine è stato miseramente fallito. Basterebbe qui ricordare un solo dato: il capitale proprio della città negli ultimi quattro anni è passato dai 47 milioni del 2020 ai 66 milioni previsti nel Consuntivo 2023 con un incremento di oltre il 40%. Un chiaro segnale che mentre il tessuto sociale della città si impoveriva il Municipio e i suoi partiti, soddisfatti, continuavano ad attuare una politica di risparmio, senza significative iniziative proprio sul terreno sociale, decisivo per contrastare l’impoverimento evocato.

Ora ci si spinge oltre: invece di utilizzare il capitale proprio per mantenere e migliorare quelle misure che impediscano alla cittadinanza di “impoverirsi”, si attuano passi importanti in direzione di una politica di austerità (tagli, aumento di tariffe – dalla piscina alle mense alla raccolta rifiuti). Furbescamente, si cerca di far ricadere la colpa su Governo e Parlamento cantonali a causa della loro politica fiscale e del riversamento di oneri sui Comuni. Un atteggiamento che serve solo a tentare di salvare la faccia, per più ragioni. Prima di tutto perché le maggioranze che decidono le politiche di Governo e Parlamento sono formate dagli stessi partiti che avanzano queste critiche; secondariamente, perché i Comuni, Bellinzona in testa, hanno avuto la possibilità di svolgere un ruolo decisivo – con il referendum dei Comuni – nell’opposizione alla politica fiscale decisa dalla maggioranza di Governo e Parlamento, cosa che avrebbe permesso di raggiungere un risultato verosimilmente assai diverso da quello dello scorso 9 giugno.

Il Preventivo di Bellinzona segnala, sempre in ambito di finanze e fiscalità, un altro profondo fallimento della strategia difesa in questi ultimi anni dal Municipio e dai suoi partiti: aumentare la popolazione residente in città, risultato rivendicato con orgoglio (e in controtendenza rispetto agli altri maggiori centri del Cantone). Ebbene, al netto di previsioni ed evidenze di gettito fiscale assolutamente aleatorie (è la stessa solfa tutti gli anni), è chiaro che l’importante aumento della popolazione (oltre 2'000 abitanti in più negli ultimi 5 anni, pari a circa il 5%) non ha avuto un corrispondente e robusto aumento del gettito delle persone fisiche (aumentato di poco e, come ammette lo stesso messaggio sul Preventivo, “con una moderata crescita per gli anni 2023-2025, con tassi al di sotto della media decennale”). Più abitanti, più spese e, tutto sommato, una stagnazione delle risorse finanziarie. Complimenti agli strateghi della “nuova Bellinzona”.