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Bellinzona dice ‘no’ alla moratoria sui due moltiplicatori

La capitale è l’unica fra le città ticinesi a difendere la soluzione votata dal Gran Consiglio nel 2019 e che il CdS vorrebbe ora rinviare a dopo il 2029

La palla è nel campo del Gran Consiglio
(Ti-Press)
12 luglio 2024
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Bellinzona balla da sola. La capitale del Ticino è l’unico polo del cantone ad aver difeso la possibilità – prevista nella Legge organica comunale (Loc) a partire dal gennaio 2025 a seguito della riforma fiscale votata dal Gran Consiglio nel 2019 – di ridurre il moltiplicatore d’imposta, oggi al 93%, per le persone giuridiche rispetto a quelle fisiche. Possibilità che ora il Consiglio di Stato propone al parlamento di congelare per cinque anni (vedi ‘laRegione’ del 4 luglio) evidenziando “preoccupazioni sorte in alcune regioni” e l’esito del sondaggio che il Dipartimento finanze ed economia ha sottoposto ai Comuni fra aprile e maggio. Dal quale emerge una preoccupazione di fondo abbastanza condivisa, in particolar modo dagli esecutivi di Lugano, Mendrisio, Chiasso e Locarno.

Considerati quindi il peso dei principali centri urbani in numero di abitanti rispetto al totale del Ticino, e il numero di Comuni che hanno partecipato al sondaggio (73 su 106), il governo propende per seguire la linea indicata dalla maggioranza (in rappresentanza del 76% della popolazione) che ha espresso timori di fronte al possibile acuirsi di una concorrenza fiscale all’interno degli agglomerati. Concorrenza cui difficilmente le città potrebbero rispondere con analoghe misure di sgravio fiscale. Perciò il CdS propone al Gran Consiglio (ma dapprima dovrà pronunciarsi la Commissione della gestione) di votare la modifica dell’articolo 177 capoverso 1bis della Loc in base alla quale il moltiplicatore per le persone giuridiche non può essere inferiore a quello delle persone fisiche nel periodo fiscale di cinque anni fra il 2025 e il 2029 compresi.


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Il vicesindaco Fabio Käppeli

Le altre tre opzioni

Oltre a questa opzione, i Comuni avevano la facoltà di esprimersi su altre tre ipotesi indicate dal Dfe: il mantenimento dello status quo deciso nel 2019 che ammette, sempre dal gennaio 2025, una riduzione massima di 20 punti percentuali rispetto alle persone fisiche; oppure una riduzione massima di 5 punti; oppure ancora una riduzione massima che i Comuni avevano la facoltà di indicare spontaneamente. «Noi abbiamo suggerito una soluzione di compromesso, ossia un massimo del 10% di riduzione, mentre gli altri centri forse sperano che dopo i cinque anni di sospensione sia abolita del tutto la possibilità di riduzione, o quanto meno si eviti un’entrata in vigore contemporanea dell’ultima tappa della riforma fiscale che abbassa il prelievo sull’utile delle persone giuridiche», spiega alla ‘Regione’ il vicesindaco di Bellinzona Fabio Käppeli, responsabile del Dicastero finanze, economia e sport.

‘Diventare più attrattivi’

La cifra del 10% indicata si basa su alcuni dati e constatazioni: «Dapprima il concetto di fondo, secondo cui la nostra città aggregatasi nel 2017 incassa imposte dalle persone giuridiche nell’ordine del 14% rispetto al totale. In tutto 16 milioni di franchi, in base all’ultimo dato consolidato del 2021. Si tratta di una percentuale che in effetti risulta essere decisamente inferiore rispetto agli altri poli urbani che vanno dal 20% al 44%». In effetti Chiasso si situa al 44%, Lugano e Mendrisio al 27% e Locarno al 20%, mentre taluni altri Comuni vedono una proporzione ancora maggiore, si pensi al 66% di Stabio. «Perciò – riprende Käppeli – come Municipio grazie alla facoltà di ridurre il prelievo fiscale per ditte e società vediamo delle opportunità per Bellinzona, con l’auspicio di diventare ancora più attrattivi e dare una maggiore spinta alle dinamiche virtuose già in atto, stimolando l’arrivo di altre attività e la creazione di posti di lavoro». In soldoni, riassume il vicesindaco, «riteniamo che una differenza di alcuni punti, o comunque al massimo del 10%, sarebbe una soluzione valida anche nel resto del Ticino lasciando autonomia ai Comuni. Per quanto ci concerne, non nascondo che un ragionamento simile è sul tavolo del Municipio, ma andrà affrontato, se il Gran Consiglio andrà in questa direzione, insieme ai colleghi nell’ambito delle discussioni sul preventivo 2025».

Alcune cifre sono interessanti per capire quale sarebbe l'impatto di una riduzione per le casse di Bellinzona. Nella categoria persone giuridiche un punto percentuale corrisponde a un minore introito annuo di circa 100mila franchi; al contrario, abbassare anche di poco il moltiplicatore per le persone fisiche, che assicurano l’86% degli introiti pari a 92 milioni, comporterebbe una perdita assai più consistente, pari a circa un 1,1/1,2 milioni per ogni punto percentuale. «Perdita oggi non sopportabile – sostiene Käppeli – se si ragiona in termini di equilibrio finanziario; e comunque il vantaggio per il singolo contribuente sarebbe contenuto». Peraltro in un periodo già caratterizzato da un buon grado di attrattività e qualità di vita di Bellinzona che si traducono – nonostante un moltiplicatore più elevato rispetto agli altri centri urbani – in una costante crescita demografica.

‘Il problema verrebbe solo rinviato’

Bellinzona che però, ancora una volta, dopo la recente votazione sulla modifica della Legge tributaria, come detto balla da sola. Cosa intende fare il Municipio in vista del dibattito parlamentare sulla proposta governativa? «La palla è nel campo del Gran Consiglio – risponde Käappeli – che sono certo avrà modo di avviare un ampio approfondimento sull’opportunità di una moratoria di cinque anni. In particolare penso al fatto che il ‘problema’, così facendo, verrebbe solo rinviato. D’altro canto ritengo che i motivi a favore di questa facoltà, che valevano al momento del voto parlamentare nel 2019, non siano nel frattempo in alcun modo venuti meno, in considerazione di un buon numero di realtà locali che sul medio e lungo termine potrebbero trarre vantaggi da una facilitazione fiscale specifica per società e ditte». Peraltro, ancora una volta, la tempistica stretta dettata dal governo «è infelice, perché rischia di complicare ulteriormente la vita ai Comuni, visto che una decisione parlamentare potrebbe nelle migliori delle ipotesi arrivare a fine estate, mentre già adesso i vari municipi stanno approntando le prime riflessioni sui preventivi comunali 2025 e relativa fissazione del moltiplicatore». O dei moltiplicatori differenziati, se il Gran Consiglio sconfesserà il governo.

Disavanzo verso il dimezzamento

Intanto il Municipio rispondendo a un’interrogazione di Ivano Beltraminelli (Lega/Udc) fornisce un aggiornamento sul gettito fiscale 2024, fissato a 106,5 milioni. Ebbene, “l’ulteriore aggiornamento dei dati fiscali lascia al momento presagire un ulteriore miglioramento del gettito pari a 700’000 franchi, al netto della riforma fiscale cantonale”. Inoltre “dovrebbero confermarsi per il 2024 sopravvenienze straordinarie aggiuntive per oltre 4 milioni, che al momento della stesura del preventivo erano troppo incerte per essere inserite”. Il disavanzo di 9,4 milioni indicato nel P24 dovrebbe così almeno dimezzarsi.

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