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No alla riforma Lpp: per salvaguardare l’Avs!

Dietro la cortina fumogena di termini tecnici e cifre complicate non è facile scoprire che la votazione del 22 settembre sulla riforma della Previdenza professionale è davvero cruciale per il futuro del sistema pensionistico svizzero! Lo sanno bene invece i manager e gli intermediari di assicurazione e banche. Il loro scopo è infatti di bloccare per sempre ogni ulteriore sviluppo del 1º pilastro, l’Avs, perché sono direttamente interessate ai lauti guadagni ottenuti con la gestione della montagna di risparmi che i salariati e le salariate svizzeri sono obbligati per legge (la Lpp appunto) ad accumulare nelle casse pensioni, cioè nel 2º pilastro. Perciò vogliono ritagliarsi una fetta ancora più importante dei contributi pensionistici obbligatori prelevati sui salari svizzeri, facendo promesse basate su calcoli inverosimili per illudere donne e giovani che avranno un miglioramento. Promesse da marinaio per far ingoiare il rospo della cosiddetta “riduzione del tasso di conversione”, cioè che in futuro le pensioni Lpp di tutti i salariati ora attivi saranno ridotte del 12%, pur dovendo pagare come ora o di più. Pensioni che – rivela il barometro del VermögensZentrum – dal 2002 a oggi sono già diminuite del 40%, soprattutto per i redditi medi e alti!

Nello stesso periodo le rendite Avs sono invece aumentate del 19%!

Qual è dunque l’interesse delle cittadine e dei cittadini svizzeri (datori di lavoro compresi), delle donne e dei giovani salariati di oggi? Senza dubbio che più contributi pensionistici obbligatori siano dirottati verso l’Avs e non nelle casse pensioni, come vorrebbe invece questa riforma Lpp. Perché le rendite Avs sono: più sicure, garantite dallo Stato senza dipendere dai mercati finanziari, adattate regolarmente al carovita, coprono anche gli anni dedicati alla formazione e al lavoro di cura in famiglia, e non penalizzano i lavoratori anziani sul mercato del lavoro. I costi di gestione sono minimi: per ogni 100 fr. di contributi versati all’Avs 99,50 diventano rendita, mentre con la Pp rimangono solo 75 fr.

Molte persone credono che l’attuale riforma Lpp sia comunque meglio di niente... Invece non è così perché i problemi che pretende di risolvere lo sono molto più facilmente e rapidamente nel 1º pilastro. Infatti nell’Avs, grazie agli accrediti per la cura dei figli e lo splitting, le pensioni delle donne sono già quasi parificate a quelle degli uomini (mentre nella Pp sono ancora inferiori del 40-50%!). Inoltre, nell’Avs tutti i redditi bassi, parziali o saltuari sono già automaticamente assicurati. Basterebbe dunque aumentare le rendite minime Avs con questi scopi. Ecco perché conviene bloccare l’espansione della Lpp e riservare allo sviluppo dell’Avs ogni ulteriore aumento dei contributi pensionistici obbligatori. Lo pensano anche diverse associazioni padronali dei settori a bassi salari come GastroSuisse.

Per tutti questi motivi è importante votare ‘No’ alla riforma Lpp.

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