laR+ I dibattiti

Revisione Lpp: facciamo un passo avanti

(Ti-Press)

Tasso di conversione, soglia minima di entrata, deduzione di coordinamento: i termini tecnici per spiegare come cambia la nuova legge sulle casse pensioni su cui votiamo il prossimo 22 settembre potrebbero far sembrare il tema piuttosto ostico. È vero semmai il contrario: la riforma della Lpp, oltre a rafforzare il nostro sistema previdenziale, persegue alcuni obiettivi di facile comprensione e condivisibili. Sono a mio avviso due gli elementi centrali.

Il primo: con la riforma vi saranno più persone assicurate a una cassa pensione e che dunque beneficeranno di una rendita, o di un capitale, una volta terminata l’attività lavorativa. Oggi numerosi lavoratori e soprattutto lavoratrici non raggiungono la soglia minima per poter contribuire alla propria previdenza vecchiaia, e dunque risparmiare in vista della terza età. Questi dovranno accontentarsi dell’Avs e molto spesso di prestazioni complementari. Alcuni studi hanno stimato che saranno circa 100’000 le persone che con l’attuale legge non dispongono di una cassa pensione, ma che con la revisione verrebbero invece assicurate; inoltre, 350’000 persone con redditi modesti beneficerebbero di una rendita superiore una volta in pensione. Il modo più efficace per prevenire la povertà durante la terza età è puntare sul risparmio del collaboratore e garantire un contributo del datore di lavoro. A questi “versamenti” durante l’età lavorativa si aggiungono anche gli interessi sul capitale, che a loro volta aumentano il capitale e la rendita a disposizione del lavoratore assicurato.

C’è poi un altro obiettivo che questa riforma persegue: chi oggi è già a beneficio della pensione si vedrà confermata la propria rendita. Dunque, i pensionati possono dormire sonni tranquilli e con un Sì al testo in votazione rafforzerebbero il sistema dei tre pilastri di cui loro stessi stanno beneficiando da quando non sono più in età lavorativa. Oltre ai pensionati, anche tutti coloro che dispongono di un’assicurazione Lpp in regime sovraobbligatorio, con tassi già adeguati, non sono toccati dalla riforma. La stessa cosa vale anche per coloro che, al momento della pensione, scelgono di prelevare il capitale.

Insomma: la riforma Lpp è frutto di un compromesso che ha permesso di tenere conto di numerose esigenze, in particolare di quelle delle donne, di chi lavora part-time, di chi svolge più attività lavorative e di tutti quelli che già percepiscono rendite. Ne è uscito un progetto equilibrato in grado di garantire le rendite attuali e prevenire la povertà tra gli anziani, un fenomeno da combattere sul nascere, favorendo il risparmio già a partire dalla giovane età.

Il sistema previdenziale con i tre pilastri è una delle istituzioni che ci viene invidiata anche all’estero. In settembre abbiamo l’occasione per rafforzarla e adattarla alle sfide future con un sì alla moderna legge sulla Lpp. Un’occasione da non perdere per fare un passo avanti verso un secondo pilastro al passo con i tempi.