La notizia emersa negli ultimi giorni a proposito degli “errori di calcolo” commessi dall’Ofas si presterebbe a delle grasse risate, se non avesse avuto delle conseguenze gravissime, sia in termini di democrazia che in termini reali per tutte le donne che si sono viste aumentare l’età di pensionamento da 64 a 65 anni in votazione popolare nel settembre 2022.
Al momento in cui scrivo, non è ancora chiaro quale sia la reale entità dell’errore: quattro miliardi di franchi? Quattordici? Forse ancora di più? Ciò che è sicuro, e che i dati dell’Ofas sono stati sbandierati dai fautori all’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne, così come dagli oppositori alla 13a Avs, come verità assolute e non contestabili, quando invece il mondo sindacale e la sinistra in generale li hanno più volte contestati, in sede di dibattito pubblico ad esempio. Quante volte mi sono personalmente sentito rispondere in televisione o tramite interviste incrociate sulla stampa scritta “i numeri parlano chiaro: le casse dell’Avs hanno bisogno di maggiori entrate”, o ancora “l’Avs non potrà sopportare queste uscite supplementari”? Ecco, quei numeri erano sbagliati, e chi ha sostenuto queste posizioni, ha mentito. Resterebbe da determinare chi lo ha fatto in buona fede, chi invece ha mentito sapendo di mentire. Ma questo non lo sapremo probabilmente mai…
Ciò a cui invece avremo sicuramente diritto nel brevissimo termine, saranno le cifre delle casse del secondo pilastro, anche quelle sicuramente in grande difficoltà… Perché il prossimo 22 settembre voteremo sull’inaccettabile furto delle rendite previsto dalla riforma Lpp, che prevede maggiori costi per le lavoratrici e i lavoratori (in termini di deduzioni salariali più elevate) a fronte di una diminuzione delle rendite. Pagare di più, per ricevere di meno: una vera e propria fregatura! Che sarà giustificata, ancora una volta, dalla situazione gravissima nella quale verserebbero le casse pensioni. Questo sarà infatti l’argomento principale dei rappresentanti padronali e della destra borghese del Paese. Questa volta però, non facciamoci fregare da queste false verità costruite ad arte per manipolare l’opinione pubblica, e votiamo tutte e tutti no al furto delle rendite previsto dalla riforma del secondo pilastro il 22 settembre prossimo.
Visto quanto precede, anche il sindacato chiede quindi che il voto del settembre 2022 che ha portato all’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne da 64 a 65 anni sia annullato, perché le informazioni fornite alla popolazione a quel momento erano palesemente false e fuorvianti. Inoltre, chiediamo che la 13a Avs sia versata da subito e non a partire dal 2026 come deciso dal parlamento federale.
Poi, per difendere la credibilità del nostro sistema di democrazia diretta e il rispetto della volontà popolare, oltre che il nostro sistema pensionistico, votiamo tutte e tutti no alla riforma del secondo pilastro il 22 settembre prossimo.