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Basta danni ai poveri e benefici ai ricchi

(Ti-Press)

La violenta alluvione che ha colpito e sconvolto l’alta Vallemaggia, in particolare la Lavizzara, la Valle Bavona, e il ponte di Visletto, ha avuto conseguenze impressionanti, con morti e devastazioni enormi: ne hanno ampiamente riferito tutti i mezzi di comunicazione. Le testimonianze di coloro che si sono trovati nella propria abitazione in Bavona, mentre precipitavano dalla montagna massi da ogni parte e solo per miracolo si sono salvati, hanno fatto capire quanto angoscianti siano state le ore vissute nella notte, quando acque impetuose, macigni, tronchi d’albero, fango, trascinavano tutto quanto incontravano sul loro passaggio.

D’altro canto, le devastazioni delle acque trovano molti riscontri nel corso dei decenni. Leggendo la storia di Vallemaggia di Martino Signorelli sono indicate le date nel corso dei secoli in cui ci sono state grandi devastazioni, inondazioni, scoscendimenti, valanghe e frane. Qui vogliamo solo ricordare il masso di Fontana su cui è scritto “Gesù Maria. Qui fu bela campagna 1594”. E il disastro di Someo del 1924. Indubbiamente la tragedia di questo giugno è stata particolarmente disastrosa e aggressiva.

Qui vorrei per contro fare qualche riflessione sulle acque valmaggesi. Da circa 80 anni queste acque, convogliate negli impianti idroelettrici, sono state trasformate in energia elettrica. Energia dal costo di circa 6/7 centesimi al chilowattora e venduta nella Svizzera interna al prezzo di oltre 30 centesimi. Non ci vuole molto per capire che questa produzione di energia elettrica è stata un grande affare per le aziende d’oltralpe, proprietarie dell’80% dell’Ofima. Le ricadute economiche sul Cantone Ticino sono state molto più modeste, mentre i Comuni della valle ne hanno beneficiato in misura estremamente ridotta, quasi irrisoria. Io stesso, durante oltre 20 anni di Gran Consiglio, sono intervenuto molte volte su questi temi e l’ho fatto anche durante la mia permanenza nel Consiglio di amministrazione dell’Ofima quale rappresentante del Cantone Ticino. Ma era, a dire il vero, poco più che una voce nel deserto: gli accordi stabiliti all’inizio della concessione non sono mai stati modificati, se non per qualche piccolo aspetto. Quindi gli azionisti della Svizzera interna hanno continuato a beneficiare per questo lungo periodo degli enormi guadagni dovuti allo sfruttamento delle nostre acque. Adesso siamo quasi alla conclusione degli accordi pattuiti e le acque passeranno al Cantone Ticino, che le potrà sfruttare interamente. Ma attenzione, si pone qui un problema importantissimo, relativo alle condizioni che saranno riservate ai Comuni, cioè ai proprietari effettivi delle acque. L’innalzamento della diga al Sambuco e le acque sfruttate dal Cantone saranno occasione di enormi vantaggi. Questi utili non potranno andare solo a favore del Cantone e di altre entità locali, ma dovranno finalmente essere destinati, anche, in misura ragionevole, ai Comuni e alla popolazione di Vallemaggia che per intanto hanno ricevuto solo le briciole mentre sono davanti agli occhi di tutti i danni di cui sono stati vittime.

In sostanza, quando le acque sono state la causa di nubifragi e di disastri, il danno si è riversato sulla Vallemaggia. Quando, per contro, sono state fonte di energia e di ricchezza, i vantaggi sono andati in ampia misura alle gonfie aziende e alle città della Svizzera tedesca. È pertanto urgente che si affronti subito la situazione, così da creare una legislazione che permetta di stabilire nuove basi e faccia in modo che i piccoli e poveri Comuni della Valle, così duramente bastonati, possano ora ricevere dalle proprie acque qualche sostanzioso contributo fiscale. Occorre che i politici, il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio si chinino al più presto su queste tematiche, in collaborazione con i Municipi della Vallemaggia, il cui territorio è un quinto di quello cantonale.

L’incontro di Giovanni Leonardi

Lo scorso mese di giugno il dottor Giovanni Leonardi, presidente dell’Azienda elettrica ticinese, è stato invitato a tenere un’importante relazione davanti al Gruppo Stefani e alle autorità valmaggesi. Leonardi è infatti la persona più a conoscenza e più informata su questi temi, grazie alla sua formazione e alla sua lunga esperienza nel settore. Da quell’incontro è emersa un’ampia panoramica della disponibilità di energia elettrica nel corso dei prossimi anni in ambito nazionale ed europeo. È apparsa particolarmente rilevante la produzione della nostra Valle.

Non è più tempo di tergiversare

Oggi appare con chiarezza l’urgenza di affrontare tutta la problematica senza perdere ulteriore tempo. Lo scandalo dei danni ai poveri e dei benefici ai ricchi, deve cessare. Occorre stabilire un piano che possa finalmente far beneficiare anche le zone periferiche del cantone, secondo criteri di buon senso e di giustizia. Ora più che mai!