I dibattiti

Ofima/Ofible: il sussidio e la storia

(Ti-Press)

Il Consiglio di Stato ha presentato un messaggio per sussidiare il risanamento dell’edificio amministrativo Ofima/Ofible a Locarno, la questione è ora sul tavolo del Gran Consiglio. Essendo l’edificio classificato Bene culturale il Cantone ha la facoltà di partecipare ai costi di restauro quando il proprietario dell’edificio non ha i mezzi per finanziare i lavori. Le società gemelle Ofima/Ofible proprietarie dell’edificio, non è che siano particolarmente bisognose e nemmeno dimostrano grande empatia per e con il territorio che le ospita.

Ofima e Ofible, che da oltre mezzo secolo sfruttano gran parte delle acque del Cantone, sono di proprietà delle più importanti aziende elettriche svizzere Axpo, Alpiq, Bkw, più altre cittadine (Basilea, Zurigo, Berna) e per un 20% del Cantone. Axpo, Alpiq, Bkw sono aziende XXL operative in Europa, nel 2022/23 quando le tariffe alla popolazione sono schizzate in alto hanno prodotto utili per 5-6 miliardi. Le aziende comproprietarie di Ofima/ble ritirano l’energia a prezzo di costo che a dipendenza dell’anno idrologico scende sotto i 4 cts/kWh. Di regola un grande affare!

Liberalizzazione e licenziamenti

Ma quando il mercato liberalizzato, quello che proprio Axpo, Alpiq, Bkw hanno fortemente voluto, offriva energia da centrali a carbone tedesche a costi inferiori dell’idroelettrico ticinese, Ofima/ble non hanno esitato a tagliare l’organico del 20%. Fu Aet a dover creare posti lavoro recuperando personale e competenze liquidati da Ofima/ble.

Attacco ai canoni d’acqua

I bassi prezzi sul mercato europeo liberalizzato hanno spinto i Cantoni dell’Altopiano a chiedere la riduzione dei canoni d’acqua incassati dai Cantoni Alpini: Grigioni, Ticino, Vallese ecc. Cantoni Alpini accusati di caricare troppi oneri finanziari sui costi di produzione, oneri che non sono altro che l’affitto per l’usufrutto di corsi d’acqua per un costo di circa 1,5 cts/kWh.

I ricchi Cantoni e Città dell’Altopiano cui appartengono Axpo, Bkw ecc. quindi comproprietari indiretti di Ofima/ble, misero in campo tutto il loro arsenale politico per tagliare i canoni d’acqua ai Cantoni Alpini. Una loro nuova regolamentazione dei canoni fu approvata dal Consiglio degli Stati ma fortunatamente respinta dal Nazionale.

Niente deflussi minimi

Comproprietari che sin dalla fondazione di Ofima/Ofible non hanno guardato tanto il fine, ma sfruttato tutto quanto possibile, costruendo innumerevoli prese d’acqua negli affluenti di Maggia e Brenno. Oggi nella bassa Maggia scorre un esiguo flusso d’acqua senza vita, senza trote. Corsi d’acqua spremuti come limoni che generano importanti utili alle aziende partner, utili assenti dal Ticino come i pesci nella bassa Maggia, ma realizzati nei Cantoni d’Oltralpe sedi delle aziende comproprietarie di Ofima/ble.

Di nuovo quando nel 2019 in Gran Consiglio approvammo le nuove disposizioni per aumentare i deflussi minimi e restituire un po’ più di vita ai fiumi, Ofima/ble presentarono ricorso ritenendo la perdita di produzione eccessiva e di aver già concesso abbastanza in passato. La decisione del Gran Consiglio implementava il controprogetto indiretto all’iniziativa popolare “Acqua viva”, promossa a seguito del precario stato della protezione delle acque e la diminuzione dei pesci di troppi corsi d’acqua. Ma il Tribunale amministrativo ha dato ragione a Ofima/ble che potranno continuare a spremere a fondo il limone confermando la poca sensibilità per il paesaggio e la biodiversità.

Riserva invernale

Altra perla delle aziende comproprietarie di Ofima/ble, la riserva idroelettrica invernale: un decreto urgente del Consiglio federale per acquistare tramite asta un volume d’acqua nei nostri bacini idroelettrici per riserva. Bacini costruiti per avere elettricità d’inverno, ma che ora ci tocca pagare in parte una seconda volta (300 milioni nel 2022/23).

Utili fuori cantone

Ofima/ble pur sfruttando i due terzi delle risorse idriche del cantone in Ticino lasciano briciole, 36 milioni (canoni d’acqua e imposte) e fiumi in secca… Grazie ai numerosi bacini di accumulo producono energia di punta, disponibile anche d’inverno, molto pregiata. Le aziende comproprietarie la ritirano a prezzo di costo e la rivendono con ottimi margini. Con un prezzo di rivendita di 8 cts/kWh sono 100 milioni gli utili prodotti fuori cantone con le nostre acque.

A fronte di questo contesto instaurato sessanta anni fa, quando le concessioni sono state rilasciate e furono costruiti i miliardari impianti, contesto confermato con il recente ricorso, regalare oggi a Ofima/ble 1,53 milioni di franchi per risanare lo storico edificio amministrativo non è comprensibile: stiamo dorando il palazzo al re, puro servilismo.

Un minimo di dignità

Sicuramente gli impianti Ofima/ble hanno avuto un ruolo importante per lo sviluppo economico della Svizzera. Impianti preziosi anche per il futuro, ma un minimo di dignità dovrebbe ancora starci. Ofima e Ofible si paghino il risanamento dell’edificio interamente con i mezzi propri, più abbondanti del nostro indebitato Cantone.