laR+ I dibattiti

Un voto che vale molto di più

(Ti-Press)

Quando parliamo di dipendenti pubblici, non sempre ci ricordiamo quali ruoli ricoprono nella nostra società: garantire la formazione ai nostri figli, la sicurezza, la cura della nostra salute e la giustizia. E potremmo andare avanti. Quello che possiamo rilevare è che spesso questo personale offre servizi essenziali e molto importanti per la popolazione.

Il 9 giugno siamo chiamati alle urne per decidere se la docente di matematica dei nostri figli, se il poliziotto che interviene quando ci entrano i ladri in casa, se l’infermiera che si prende cura di noi o dei nostri nonni ecc. avranno una cassa pensioni, in un contesto intercantonale, nella media delle casse pubbliche o in alternativa la peggiore, proprio così, la peggiore!

Votando Sì, quindi, diversamente da quanto dicono i contrari, l’Ipct garantirebbe delle condizioni nella media delle casse pubbliche svizzere, molto simile, ad esempio, a quella dei dipendenti della Città di Lugano. Non proprio una Rolls-Royce, come viene erroneamente detto.

È importante quindi continuare a garantire qualità nella scuola, nella sicurezza, nella sanità, nella giustizia e via dicendo. E per garantire qualità sarà essenziale poter offrire posti di lavoro attrattivi. Facciamolo per i nostri figli, per i nostri nonni, per i nostri malati, per la nostra sicurezza. Con una cassa pensioni debole e poco allettante, queste professioni diventerebbero poco attrattive, rendendo difficile la ricerca di personale qualificato o facilitandone la partenza verso altri lidi maggiormente interessanti.

Invito quindi a votare Sì alle misure di compensazione in favore dell’Ipct. Facciamolo per 17mila assicurati, di cui il 95% residente, che altrimenti si vedrebbero ridurre le proprie pensioni del 15% (per farci un’idea, parliamo di 500 fr. in meno su una rendita di 3’300 fr.). Già oggi gli assicurati stanno pagando per risanare la cassa, infatti ogni dipendente paga l’1% del proprio salario, cifra che invece di aumentare il capitale dell’assicurato va a finire nella cassa in favore del suo risanamento.

Facciamo attenzione, anche per chi lavora nel privato, perché un No il 9 giugno spalancherebbe le porte anche ai privati ad abbassare le condizioni al minimo stabilito dalla legge.