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Cittadella della Giustizia: da scettico a sostenitore

Così come qualunque cittadino, la prima volta che mi parlarono in Parlamento dell’acquisto dello stabile Botta-Efg per inserirvi la giustizia, reagii con un certo scetticismo: un quarto di miliardo per uno stabile mi pareva l’ennesimo eccesso di “generosità” dello Stato quando si parla di spese ed investimenti. Un sentimento di pancia comprensibile (tra l’altro condiviso in prima battuta anche da molti altri colleghi di Gran Consiglio) che mi portò addirittura ad astenermi a una delle prime votazioni nel plenum. Se mi fossi fermato ai noti “rügament da büsec” (come peraltro purtroppo alcuni deputati hanno deciso di fare), probabilmente oggi sarei con il fronte contrario. Fortunatamente la mia indole critica d’approfondimento ha prevalso, evitando un imbarazzante pressapochismo politico ormai dilagante. Non ho intenzione di parlare di “dignità della giustizia” o tesi affini. Vorrei solo parlare e far chiarezza sul tema che i contrari portano quale cavallo di battaglia: i costi (ovvero quelli che inizialmente mi fecero storcere il naso). Via il fatto che oggi votiamo solo sull’acquisto dello stabile Botta per 76 milioni (non gli 80 che si continua a dire nei dibattiti), è giusto affrontare la discussione tenendo conto di tutti gli altri costi e investimenti connessi e non scindibili da questa votazione.

Partiamo con ordine.

Prima bugia: la Cittadella della Giustizia (con l’acquisto dello stabile Botta, la sua ristrutturazione, la ristrutturazione dell’attuale Palazzo di giustizia e la sistemazione dello stabile di via Bossi) non costa un quarto di miliardo ma 201 milioni. Prima omissione: con o senza l’acquisto dello stabile Botta spenderemmo comunque 88 milioni per la ristrutturazione dell’attuale Palazzo di giustizia e per la sistemazione dello stabile in via Bossi, attuale sede delle Preture.

Seconda bugia, non c’è un piano B perché: non esiste un altro stabile conforme da acquistare a Lugano, come confermato da tutte le verifiche e valutazioni effettuate dal 2008; non esiste un terreno in vendita per costruire ex novo a Lugano; non si può spostare la giustizia dal centro di Lugano, come decise il popolo.
Seconda omissione: i contrari non dicono che senza l’acquisto dello stabile Botta si dovrà affittare a privati uffici (sempre che si trovino), per permettere la ristrutturazione dello stabile attuale e dello stabile di via Bossi, e che per inserire la giustizia in sedi transitorie saranno necessarie spese di ristrutturazione milionarie, nonché continuare a pagare pigioni a terzi, con costi quantificabili in quasi 100 milioni sull’arco di un decennio.

A fronte di queste bugie e omissioni i contrari si sono dimenticati di informare i ticinesi che senza l’acquisto dello stabile Botta si dovranno spendere comunque oltre 183 milioni su un decennio. Dopodiché, non avendo comunque gli spazi necessari per ospitare tutti gli uffici della giustizia, i ticinesi continueranno a spendere annualmente circa 2 milioni in affitti.

Sintetizzando, con l’acquisto dello stabile Botta i ticinesi investiranno 201 milioni (e avrebbero tre stabili di proprietà in centro a Lugano per 17’208 m2), mentre seguendo i “nein sager” dell’armata Brancaleone, che vorrebbero riportare la giustizia e il Ticino indietro di 30 anni, si ritroverebbero a pagare oltre 183 milioni (con due stabili per 8’842 m2) e continuare a pagare minimo 2 milioni all’anno di affitti vita natural durante.

C’è chi dice e dirà che le cifre ed i numeri sono relativi, ma quando andiamo a far la spesa alla cooperativa il conto non è né relativo né interpretabile, chiedete alla commessa. Il Plan B costa oltre 98 milioni in più.