Si è da poco conclusa la rassegna cinematografica intorno all’universo giovanile “Buoni a nulla, ma capaci di tutto” che si è svolta ad Arbedo dal 17.01 al 10.04.2024, affrontando tematiche emergenti come le migrazioni, il disagio, ambiente e clima, dipendenze e violenza domestica; tematiche con le quali l’associazione Franca è impegnata con progetti nelle scuole e nello spazio sociale.
Crediamo di avere contribuito a stimolare il dibattito grazie alla potenza evocatrice delle immagini, agli interventi dei relatori e alle domande del pubblico, accorso numeroso. Ne è emerso un quadro complesso, in un periodo storico marcato da tanta precarietà e incertezza verso il futuro.
Gli adolescenti hanno di particolare che ci obbligano continuamente a ripensare i nostri concetti abituali sul mondo. Il loro corpo occupa un posto centrale e a sua volta è veicolo e bersaglio privilegiato di molteplici esperienze, pulsioni, piaceri e conflitti che possono provare.
Il loro imperativo di sviluppo, li spinge naturalmente alle condotte di sperimentazione, ai confronti con tutto quello che rappresentano le norme. Prendiamo per esempio la violenza di cui si sente oggi spesso parlare: l’immagine sociale che ci arriva dell’adolescente è quella dei suoi debordamenti che gli adulti devono contenere. Noi sappiamo in realtà, che gli adolescenti attraversano un periodo innanzitutto vulnerabile per il fatto dell’intensità dei cambiamenti che lo caratterizza e per il fatto della loro estrema sensibilità alle qualità affettive e educative dell’ambiente in cui vivono. A quest’età, i legami stretti tra violenza subita e violenza agita, come per esempio il disagio, sono lì per ricordarci quest’evidenza.
Ora, il nostro ambiente è quello di una società in rapida evoluzione, facendo largo spazio ai valori personali e alle prestazioni, più ricca in possibilità ma anche di incertezze o fallimenti di progetti di fronte all’avvenire. Non è più possibile ignorare gli effetti deleteri della precarietà relazionale sotto tutte le sue forme, le ineguaglianze scolastiche e educative, la violenza di certi ambienti e della perdita di punti di riferimento fondamentali.
Molti adolescenti, appena usciti dall’infanzia, si ritrovano presi nella tenaglia di questo paradosso ambiente; ne subiscono direttamente gli effetti, non sapendoli né gestire, né trovare un aiuto adatto ai loro bisogni. Presi tra un forte appetito della vita e una non meno forte delusione verso le loro attese affettive, alcuni tenteranno di apportare i loro “rimedi” che, analizzandoli in profondità, non saranno altro che strategie più di adattamento, (o di sopravvivenza) che di devianza vera e propria.
Occuparsi di adolescenti ci mette costantemente alla prova. Le nostre pratiche abituali e le nostre capacità di cambiamento, al di là delle competenze di questa o quella categoria di professionisti, ci spingono alla necessità di adattarsi ai bisogni dell’adolescente, che possono cambiare considerevolmente in funzione dell’individuo, del sesso, dello stadio del suo sviluppo, dal contesto psico-sociale, culturale ed economico. Per questo, l’approccio troppo segmentato dei problemi riguardanti l’adolescenza, in un’immagine dell’evoluzione sempre di più specializzata delle nostre discipline, si dimostra molto spesso inadeguato.
Per parlare di giovani, quindi, sarebbe consigliabile stare di più con loro, in un tempo qualitativamente privilegiato, poiché mutano troppo rapidamente per credere di conoscerli senza averli visti un attimo prima.