È fuor di dubbio che la regione del Lucomagno è una delle più belle della Svizzera: il paesaggio è incantevole durante tutte le stagioni, grazie alla ricchezza biologica e alla geologia variegata. Il Lucomagno è anche un pezzo di storia: la Via Francisca testimonia l’antica via romana-longobarda, che da Costanza porta a Pavia fino a congiungersi con la Via Francigena. Attraverso il passo circolano tuttora molti turisti diretti a nord e a sud, per una media giornaliera di circa ottocento passaggi.
Le potenzialità del Lucomagno devono quindi essere colte in modo organico e proattivo. Due sono le strutture di accoglienza degne di nota: quella di Pro Natura ad Acquacalda e quella del Centro sportivo di Campra, ambedue, purtroppo, senza particolare collaborazione fra loro. Sulla prima dirò solo che sono venute meno le attività a carattere interdisciplinare, promosse a suo tempo dall'ing. Luigi Ferrari. Sulla bella struttura alberghiera di Campra incombono alcune nuvole: nonostante la buona volontà di chi se ne occupa temporaneamente, essa non decolla come previsto e auspicato. Dopo il recente avvicendamento, il nuovo comitato dello Sci club Simano si è lodevolmente prodigato nel riattivare la parte sportiva; ma non basta: per un Centro costato 16 milioni, perlopiù di fondi pubblici, ci vogliono una conduzione professionale e un'adeguata competenza, affinché possa diventare attrattivo e punto di riferimento anche al di là dei confini della Valle.
Io credo che non si possa più tergiversare nell'affrontare l'intera problematica della gestione del comparto Lucomagno. Oltre alla messa in sicurezza del tratto soggetto a valanghe, occorre ridefinire le possibilità di interazione fra gli enti interessati, come auspicava l'Autorità politica al momento della concessione dei crediti; e soprattutto occorre sintonizzarsi non solo alle nuove esigenze sportive (in senso lato), ma anche a quelle turistiche e di divertimento. Non è più pensabile concepire delle strutture ricettive solo per pochi mesi; non è nemmeno auspicabile concentrarsi prevalentemente sulla cultura monotematica dello sci di fondo. Intendiamoci, lo sport del fondo (a dir il vero non troppo praticato dai ticinesi) è molto piacevole, ma richiede caratteristiche specifiche che solo i veri appassionati di questo sport apprezzano (come ad esempio la mancanza di sole). Altre utenze (accompagnatori, famiglie, turisti) gradirebbero anche attività di divertimento, con camminamenti e racchette nella neve, escursioni guidate nel periodo estivo, iniziative culturali e appuntamenti enogastronomici di prodotti tipici della Valle. Degne di nota, ad esempio, sono le attività che Blenio Bellissima organizzava in passato; oppure l'organizzazione di gite accompagnate nella neve nella zona soleggiata di Casaccia da parte della Scuola svizzera di Sci Blenio. Iniziative lodevoli, ma ancora poco inserite in un discorso complessivo sull'intera regione.
Le varie strutture presenti nel territorio devono poter offrire (in modo professionale e non episodico) dei "pacchetti turistici", affinché le varie tipologie di utenza possano fruire di proposte complementari per soddisfare interessi diversi. La regione del Lucomagno consente davvero tanto a questo riguardo, unitamente alla regione adiacente del Dötra e all'intera Valle di Blenio.
Forse spetterebbe all'Autorità politica promuovere un gruppo apposito di riflessione, con la ferma volontà di valorizzare il territorio e di giustificare gli investimenti finora effettuati. La magnifica regione del Lucomagno lo merita.