In tutto il Ticino sono apparsi, accanto a quelli con i candidati alle elezioni federali del 22 ottobre, cartelloni di doppia dimensione con la scritta: “Caro Cassis, solo gli svizzeri fanno la Svizzera”. I manifesti sono opera dell’Udc. Questo partito, il più forte della Svizzera, presieduto da un ticinese, quando si rifà ai principi della vecchia formazione denominata “Partito dei contadini, degli artigiani e dei borghesi”, in passato stretto alleato del Plrt, spesso l’azzecca. Fra le righe dello slogan, l’Udc, e non solo, ricorda al pubblico che Ignazio Cassis è di cittadinanza svizzera ma per la sua mentalità, il suo costume e il suo modo d’agire ed esporsi, rimane di nazionalità italiana. Vediamo perché.
Lo scorso 19 marzo nella Piazza federale di Berna c’era anche lui, Presidente della Confederazione. Col moccolo acceso in mano, assieme a un circoscritto gruppo di gente, manifestava in favore dell’Ucraina. All'improvviso, in Piazza, la voce di Zelensky si è fatta sentire dagli altoparlanti, con i manifestanti che scandivano "we are one". Il presidente ucraino è stato accolto da Cassis, che lo ha ringraziato per essere presente "virtualmente" a Berna. Il presidente della Confederazione, enfatizzando, in quanto la folla era tutt’altro che straripante, ha detto: "Questa moltitudine, caro Volodymyr, vuole mostrarti che il tuo popolo non è solo. Ci sono svizzeri, ci sono persone da tutto il mondo e ci sono molti ucraini".
Trascorsi sei mesi, ciò che è accaduto sulla principale piazza di Berna appare a dir poco surreale. Anche il Sindaco di Berna, il verde Alec Von Graffenried ha espresso la solidarietà della città con tutte le persone in Ucraina, a Kiev, a Leopoli, a Mariupol e nelle altre città attaccate dalla Russia. Ha esaltato un’utopia dichiarando che: "La guerra non appartiene al nostro mondo, siamo contrari alla guerra!". Il sindaco, ha poi invitato i presenti a intonare con lui la canzone scritta da Edwin Starr contro la guerra in Vietnam "War: What is it good for? Absolutely Nothing". Von Graffenried ha anche definito il popolo russo, “costretto” da Putin a una guerra che secondo lui e senza prove, asserisce che non la vuole. Già il fatto che cantando si è rievocato il Viet Nam, da dove gli americani sconfitti, confermando il degrado della potenza imperiale in declino, sono fuggiti in modo disordinato, in totale soqquadro, hanno suscitato non poche perplessità. Dal 1945 gli Usa hanno perso tutte le guerre, salvo quella contro Grenada, un’isola di poco più di 112’000 abitanti. Poi frasi come “il popolo russo costretto da Putin a una guerra che non vuole” è una frase senza fondamento, ripresa dalla propaganda dell’"Occidente" e della Nato.