La struttura andrebbe gestita in modo professionale, unitario e dinamico, e con obiettivi di sviluppo. È urgente che i vari attori trovino un'intesa
La storia del Centro sci nordico di Campra è indissolubilmente legata agli inizi della pratica dello sci di fondo in Valle, durante gli anni Trenta. Il Centro ha acquisito nel tempo il dovuto riconoscimento nazionale e internazionale in seguito alle manifestazioni agonistiche di grande rilievo, organizzate sui saliscendi che attraversano boschi di conifere e di ontano e alcune radure, con piste che costeggiano il sinuoso corso del fiume Brenno.
Appare quindi preoccupante l’articolo apparso nell’edizione de ‘laRegione’ del 16 giugno, dal titolo assai eloquente: “Non vogliamo finire al muro”. Leggendolo, traspare in evidenza un contenzioso non da poco fra lo Sci club Simano e la Società Centro sci nordico Campra Sa; contenzioso giunto addirittura a livello di precetti esecutivi. Una situazione incresciosa che fa seguito al fallimento della A&T Innovation Sagl, dopo soli due anni di gestione del suggestivo centro ricettivo Campra Alpine Lodge Spa. Non entro nel merito delle vertenze in corso che non conosco nei dettagli, e nemmeno esprimo delle responsabilità da addebitare alle tre Società predisposte alla gestione dell’intero comparto di Campra. Constato amaramente che nemmeno il mediatore, designato dallo Stato, è riuscito a conciliare le due parti paritetiche che compongono la Società. E questo la dice lunga.
La nuova struttura, costruita nel 2019, doveva essere accogliente all’interno (e lo è), all’esterno (ancora non si vede), dinamica e propositiva anche nell’organizzazione di manifestazioni o eventi collaterali (poco è stato fatto al di fuori delle gare di fondo di un certo livello). La gestione societaria tricefala per il momento non ha centrato tutti gli obiettivi prefissati dall’Ente pubblico che ha erogato i sussidi, vale a dire creare una zona sportiva e turistica di sicuro richiamo e sviluppare le necessarie sinergie con altri enti della regione. Una struttura di tutto rispetto, realizzata con cospicui fondi pubblici, deve potersi rivolgere a un’utenza allargata durante tutto l’anno e non caratterizzarsi unicamente per lo sci di fondo. Pure gli stessi sportivi apprezzerebbero di poter sviluppare interessi complementari dopo alcune ore di pratica dello sport preferito, attraverso alternative di divertimento nella neve con camminamenti, racchette ed escursioni nella zona, dove si possa godere anche della presenza del sole; così pure in estate la magnifica regione potrebbe offrire svariate possibilità di animazione, la qual cosa finora non è avvenuta. Qualcuno ha definito il Progetto Campra “un passo più lungo della gamba”; io invece lo considero un’eccellente iniziativa che andrebbe gestita in modo professionale, unitario e dinamico, e con obiettivi di sviluppo oltre la gestione di carattere familiare.
Quindi, per far fronte alla delicata situazione attuale e per evitare un danno di immagine della Valle, è opportuno e urgente che i vari attori trovino un’intesa positiva a breve termine (non siamo molto lontani dalla stagione invernale), e che abbiano la necessaria capacità di approfondire l’evoluzione del Centro secondo parametri non solo sportivi, ma anche turistici, considerata l’ubicazione del Centro lungo una via di forte percorrenza e attrattiva qual è il Lucomagno.