Avevo 14 o 15 anni, frequentavo il Ginnasio a Lugano e mi ero preso una bella imbarcata per una ragazzina di Lamone che purtroppo non era nella mia classe. Sicché cercavo ogni occasione per avvicinarla fuori dalla scuola. Col mio motorino mi ero appostato alla Cappella delle Due Mani a Massagno e quando, dopo qualche minuto, vidi avvicinarsi la carovana di Autopostali carichi di allievi, mi avviai verso la curva detta "del Sole". Invece di guardare la strada, sbirciavo i torpedoni che mi venivano incontro sperando di scorgere la bella e dolce Daniela. L’avessi vista, avrei seguito l’Autopostale sino alla sua fermata per poi accompagnarla a casa. Fu così che… bam! Tamponai l’auto che mi precedeva. Scende il conducente e dalle basette riconosco quell’autista: era Seo Dell’Acqua. Tifavo Federale e lui era naturalmente un mio idolo. Prima ancora di constatare il danno, si precipita per rimettermi in piedi chiedendomi preoccupato: "Ta sétt faj maa, nan?". Solo dopo essersi sincerato che mi ero procurato solo un graffio, esclama: "Cribbio, a l’è la machina d’un client!!" Era un macchinone da riccastro, dunque pensai d’averla combinata davvero grossa e soprattutto d’averlo messo nei guai, poiché l’aveva "presa in prestito" per farci un giretto dal garage di Savosa dove lavorava (in ufficio). Invece il Seo non fece una piega: niente Polizia, nemmeno mi chiese nome e cognome per farsi poi risarcire il danno. Mi chiese semplicemente se me la sentito di tornare a casa o se doveva accompagnarmi lui. Rifiutai ringraziandolo, siccome abitavo a due passi dall’incidente. Risalì in macchina dopo avermi solo blandamente rimproverato: "La prosima volta cerca da fa püsee tenzion!".
Tutto ciò mi fece così tanta impressione che me lo ricordo ancora come fosse ieri, e invece è passato più di mezzo secolo. Seo Dell’Acqua, un signore dentro e fuori le arene sportive: del resto, tutti coloro che sono stati interpellati dopo la sua morte l’hanno ricordato così.