Ultimamente ho letto un’intervista dove si parlava di investimenti o titoli illiquidi, diciamo privi di ogni valore, questi investimenti sono solo per la parte pubblica qualche cosa come 9’000 miliardi di euro, il che vuole dire circa il 30% del Pil mondiale, come dire che per 4 mesi dobbiamo lavorare senza poter mangiare un panino per poterli pagare.
Se a ciò aggiungiamo anche i 640mila miliardi di prodotti cartacei detti derivati la cui monetizzazione che ci promettono le Npl (Non Profit Loan) capite che forse i 4 mesi possono diventare 9 anni, tutto ciò nasce dal 2000 con la New Economy e poi Finanza Virtuale chiamata anche Ingegneria Finanziaria con il culmine odierno della Cripto Valuta.
È mio avviso pensare che se tutto ciò brucia, essendo carta, la cenere non andrà nemmeno bene per concimare, pensate cosa potrà capitare, sì perché il contadino dopo la tempesta ricomincia da quanto è rimasto, l’imprenditore e l’industriale dopo il terremoto o un nubifragio devastante fa la stessa cosa, la finanza con la sua cenere non potrà fare nulla.
Pensate solo che negli ultimi dodici mesi sono state eseguite transazioni farlocche in criptovalute per un nominale di 4 miliardi tutto ciò ci ha portati a una nuova tipologia di povertà causata da una indigestione di aria fritta che dal 1° gennaio 2023 dobbiamo o dovremo imparare a digerire.