laR+ I dibattiti

Chi sei tu, uomo?

Lettera di protesta, orrore e indignazione per quanto, da mesi, da anni, con sempre più violenza e terrore, si sta perpetrando contro le donne, e gli uomini illuminati che hanno sposato la loro causa, il popolo iraniano, la loro immensa cultura.

Chi sei tu, uomo, che uccidi, stupri, torturi, incarceri persone innocenti, distruggi un Paese, il suo popolo, la cultura, le arti, la bellezza, l’istruzione negando la libertà con la violenza che pratichi convinto di mantenere l’ordine? L’ordine di cosa?

Chi sei tu, uomo, che ti permetti con violenza inaudita di distruggere tutto questo? La tua è paura della donna (anche tu, uomo, sei nato da una donna, tutti gli uomini della terra sono nati da una donna). Senza le donne il mondo avrebbe fine. Sai tu, uomo, quanto male e che crimini orrendi stai commettendo e dei quali ti stai macchiando, perché ti fa tanto paura quel "buco" che le donne hanno fra le gambe e dal quale, da sempre, ogni essere umano viene al mondo?

È questo che ti fa paura e che non sai governare e che sconvolge la tua mente malata. È quella caverna misteriosa, dall’immenso potere, che ti attrae, ma ancor più ti terrorizza! Perciò agisci come stai facendo.

Tu, uomo, che pensi di essere nel giusto, che ti permetti di giudicare, di impiccare persone, solo perché le donne, tutte, sono stanche di nascondere la loro grazia, la loro bellezza, i loro capelli ondeggianti, togliendosi il velo che tu, uomo, imponi loro? L’Iran abbonda di donne intelligenti, istruite in ogni ambito professionale. Pensi che il tuo, vostro Paese, possa continuare ad accettare di essere distrutto? Tu, uomo, neanche se campassi 10’000 anni, potresti mai pagare per gli orrendi crimini che ogni minuto, ora, giorno, da mesi vai commettendo pensando di liberarti dalle proteste delle coraggiose donne alle quali si sono uniti molti uomini illuminati.

Quel gesto di scoprirsi i capelli, di tagliarli con due sforbiciate ti inquieta e ti fa paura. Inquieta te, uomo dell’Iran, che hai impacchettato le donne come se fossero delle mummie. Con che diritto? Tu, uomo, che ti sei reso giustiziere con brutalità e orrore, vali meno di un pulviscolo. Prova tu, uomo, a toglierti le bende pesanti che accecano i tuoi occhi, che hanno reso la tua anima un groviglio, una zavorra pesante. Prova a guardare una donna per le immense qualità che possiede. Prova a darle la libertà di camminare nella vita e nel mondo sciolta dalle catene e dalle gabbie, dove tu, uomo, così facendo, pensi ottusamente di difenderti?

Difenderti da che cosa? Fa’ che la parola libertà possa abitare la tua anima. Tu, uomo, prova a pensare a quanta energia, un’energia potente, potrebbe nascere se tu, uomo, invece di distruggere, costruissi, camminando al fianco della donna, delle donne con rispetto e senza prevaricazione.

Il mondo senza donne sarebbe un mondo triste, tetro, grigio.