Lo scorso 30 ottobre, il popolo ticinese è stato chiamato a pronunciarsi sul tema tassa di circolazione. Sul tavolo l’iniziativa del gruppo "il centro", del 2017!, oppure il controprogetto votato dal parlamento e sostenuto dall’area rosso-verde. Alla fine ad avere la meglio è stata l’iniziativa, ancorata a una puntuale formula per la definizione del calcolo, che porterà il nuovo gettito a ca. 86 milioni, comunque ancora lontano dall’obiettivo del testo originale che voleva un tetto massimo di 80 mio, mentre il controprogetto prevedeva entrate per 96 milioni. Nel 2022 che sta per finire, le imposte di circolazione hanno generato entrate per 106 milioni di franchi.
Attenzione però che la diminuzione totale del gettito non vuol dire una generalizzata diminuzione dell’imposta per tutte le automobili. Essa sarà composta da auto che subiranno un aumento (auto immatricolate prima dell’1.1.2009, e piccole citycar e utilitarie), altre che resteranno più o meno invariate e altre ancora che effettivamente beneficeranno di una diminuzione (principalmente le categorie medie e di alta gamma con potenza superiore a 150 kw). Il tema è complesso, molto complesso, tanto che solo 1 avente diritto su 3 si era recato al voto.
Ora, neppure con la votazione dello scorso 30 ottobre la faccenda sembra conclusa. A metà novembre, il Governo ha deciso un decreto urgente licenziando un messaggio all’indirizzo del Parlamento che va a modificare quello che è stato l’esito della votazione; in sostanza, per garantire una "parità di trattamento", ha pensato di moltiplicare per 1,127 il risultato scaturito dal calcolo posto in votazione.
Insomma ancora un pasticcio, ma soprattutto un calpestare la volontà popolare che ha deciso una cosa e può vedersene applicata un’altra!