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Le affermazioni sessiste del consigliere Bertoli

Un reato grave, ma quantomeno non violento e che comporta un certo consenso. Queste le parole del consigliere Bertoli, che hanno suscitato sdegno e sconcerto tra le file del Collettivo femminista – Io l’8 ogni giorno –. Affermazioni gravissime, sottolineano le femministe, posizione che condivido e sottoscrivo. Da un consigliere di Stato ci si deve aspettare molto di più. Ma proviamo a capire l’origine di una tale grave affermazione.

In una società come la nostra, liberale e democratica, in cui individui e gruppi diversi per etnia, religione, cultura, orientamento politico o altro, coesistono nella tolleranza reciproca, il pluralismo per intenderci, non possono esimersi dal rispetto delle persone e delle regole. E in questo contesto parliamo anche di pluralismo educativo, che si oppone a una visione tecnocratica e statalista della scuola. Proprio quella scuola che tanto ha voluto il consigliere Bertoli. Una scuola che tende a escludere tutto quello che non è considerato, secondo il suo pensiero "politicamente corretto", come per esempio i crocifissi, la storia di Cappuccetto Rosso o il Presepe, invece di promuovere e valorizzare la diversità dei punti di vista e la necessità di meccanismi concorrenziali che promuova una vera crescita umana e professionale. Una scuola dove le famiglie sono centrali nell’educazione dei propri figli e non spogliate del loro diritto di educare. Abbiamo bisogno di docenti che siano animati da uno spirito imprenditoriale e comprendano le necessità di mettersi al servizio dei giovani e delle loro famiglie, sforzandosi d’individuare le soluzioni migliori. La scuola, proprio come qualsiasi altro ambito, può funzionare se non è fuori mercato. È bene che lo si comprenda alla svelta e soprattutto che lo comprenda il futuro nuovo consigliere di Stato che erediterà l’onere di dirigere la Scuola.

Caro consigliere, il disastro della sua scuola è sotto gli occhi di tutti, ma mi sento di "capire" cosa intendeva dire con la sua grave affermazione. Se ho interpretato bene quello che in realtà lei voleva dire, era una sorta di rassicurazione sua personale che il grande male fatto a questa ragazza, male inaccettabile, fosse "almeno attutito" da una mancata violenza fisica! Un atteggiamento di difesa il suo, che mi sento di considerare quale richiesta di scuse sincere e di speranza che il male fatto possa essere in qualche modo attenuato.

E allora consigliere, condanni ad alta voce la Violenza, senza se e senza ma, conscio che non c’è scusa alcuna davanti a un atto di violenza, qualunque esso sia.