Martedì 16 agosto è stata depositata in tempi record l’iniziativa popolare federale "Contro gli F-35 (Stop F-35)". Questa iniziativa chiede che il Consiglio Federale non acquisti gli aerei da combattimento di tipo F-35 e che il budget dell’esercito sia adeguato di conseguenza.
A detta della maggioranza borghese, questa iniziativa è "anti-democratica", riferendosi alla votazione popolare del 27 settembre 2020, accettata per una manciata di voti dal 50,1% dei votanti, relativa al credito d’acquisto di nuovi bombardieri stealth progettati unicamente per l’offensiva militare.
L’attacco alla democrazia in questo caso arriva direttamente dal Consiglio Federale che vuole firmare il contratto d’acquisto prima di passare al voto popolare nonostante un rapporto del GSsE dimostra come sia possibile a livello di tempistiche passare prima alle urne. Inoltre, viene superato il credito di 6 miliardi di franchi, arrivando a spendere oltre 25 miliardi in totale.
È inoltre da considerare l’ostacolo che il Governo ha provato a mettere alla raccolta firme dell’iniziativa contro l’acquisto degli F-35 promossa dal GSsE (Gruppo per una Svizzera senza Esercito) cercando di velocizzare i tempi di acquisto dei caccia dichiarando il falso, come ad esempio la questione dei prezzi fissi in seguito smentita dal Controllo Federale delle Finanze.
I soldi che il governo svizzero vuole a tutti i costi utilizzare per un lusso militare estremamente dannoso per l’ambiente e inutile per garantire davvero più sicurezza alla popolazione potrebbero essere utilizzati per le vere priorità della confederazione: l’inflazione, la crisi climatica e i necessari investimenti nella formazione.
È importantissimo rimettere in discussione il ruolo dell’esercito svizzero ed è urgente un dibattito sul tema dell’iniziativa. Ci troviamo di fronte a un gravissimo ostacolo alla democrazia da parte del Consiglio federale che va contro una decisione presa dal popolo svizzero.