Il 25 settembre c’è chi potrà votare sulla riforma dell’Avs 21. L’aumento dell’età pensionabile per le donne ha lo scopo di stabilizzare l’Avs. Ma sarebbero le donne, che già si trovano in una situazione significativamente peggiore rispetto agli uomini, a portarne il peso maggiore: i risparmi per l’Avs generati dall’aumento dell’età di riferimento delle donne ammontano a 1’206 milioni ossia 1,206 miliardi. Le rendite di vecchiaia delle donne sono complessivamente inferiori di circa il 37% rispetto a quelle degli uomini. Questo perché lavorano più spesso a tempo parziale per motivi familiari, più spesso in settori a basso salario, svolgono più lavoro non retribuito e guadagnano circa 100 miliardi in meno all’anno sul mercato del lavoro rispetto agli uomini. Il valore del lavoro non retribuito delle donne d’altro canto è di ca. 248 miliardi di franchi ed esse dedicano 1 miliardo di ore non retribuite alla cura dei bambini – all’anno. Queste cifre le ha rilevate la facoltà femminista Fem! analizzando i flussi di denaro di uomini e donne a livello macroeconomico: un macroscandalo. E pensate davvero che possiamo peggiorare ulteriormente uno squilibrio già elevato posticipando l’età pensionabile delle donne a 65 anni? L’uguaglianza non è a senso unico!