La "Formica Rossa" pare avere ormai la matita spuntata. Oltre a inventare un teatrino di luoghi comuni in cui i comunisti "ciclostilano" gli articoli "con le solite frasette da catechismo marxista-leninista", tra cui infila (ancora una volta!) la caduta tendenziale del saggio di profitto, ora veniamo pure paragonati ai modesti (e volgarotti) esordi di un attore dei B-movie italiani. Tralascerò di commentare la giaculatoria ormai patetica affinché la sinistra si divida. Mi limito a constatare che "le nebbie dell’ideologia" fanno piuttosto capolino dalle parti de laRegione, che insiste con una linea editoriale atlantista talmente schierata da non solo rifiutare riflessioni diverse sulle nuove dinamiche multipolari ma che arriva a sbeffeggiarle, accusandomi fra l’altro di "giustificare nuovamente la guerra". Eppure basterebbe leggere l’articolo in cui – senza estrapolarne virgolettati a caso – oltre a ribadire che i comunisti mai caldeggiano la guerra, spiego proprio come si può provare a fermare la spirale di violenza e le tendenze bellicistiche. Una parte dell’establishment Usa cerca infatti di estendere lo scontro verso la Cina: per costruire una pace che sia realista, occorre essere consapevoli di tali rischi e dei nuovi equilibri internazionali.