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Quale futuro per l’Ucraina?

Nei miei precedenti scritti, pubblicati su questo giornale nel corso del mese di aprile, accennavo a un futuro incerto e drammatico per l’Ucraina. A due mesi di distanza dai soprammenzionati scritti, devo constatare, con amarezza, che la guerra va intensificandosi nella direzione che purtroppo prevedevo.

Sostenere l’Ucraina con le armi può portare a una sola soluzione: guerra infinita, che potrebbe protrarsi per anni. Armi, armi e ancora armi. Fintanto che le armi avranno il sopravvento sulla Politica, la Pace sembra lontana. Ma si vuol capire una volta per tutte che finora sta prevalendo la logica della guerra e non ci sono spiragli di pace?

Ribadisco che la Russia, più passa il tempo, più avrà il sopravvento per i motivi che ho segnalato nel mio secondo scritto di fine aprile: "(…) più la guerra continuerà, più emergerà la maggiore forza militare russa", anche perché l’Occidente è in balìa di un delirio d’incapacità decisionale: armi all’Ucraina o dialogo per un trattato di pace. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Le sanzioni occidentali nei confronti della Russia sono semplici utopie: ciò che non giunge da Occidente, arriverà da Oriente, Cina e India in primis. Anzi per gli Stati europei ci sarà un micidiale effetto "boomerang" riguardante la fornitura del gas.

Per quelli che sono i miei principi morali, non mi stancherò mai di ripetere che la migliore arma è il dialogo. Per tessere i legami di una strategia che porti a un accordo di pace, occorre la figura di uno statista credibile da ambedue le parti, personaggio che purtroppo, chi per motivi di politica interna, chi per semplice incapacità o sudditanza a poteri più forti (Usa? Mah…), non esiste.

Papa Francesco si è speso molto sulla questione della guerra in Ucraina, ma a Putin e accoliti le parole del Pontefice servono, ahimè, come i cavoli a merenda. L’Europa occidentale sta fallendo su tutta la linea, a dimostrazione che l’Ue è nient’altro che una comunione economica (attenta solo, a mo’ di esempio, a misurare la lunghezza dei cocomeri), sorda alla solidarietà e cieca nel vedere le problematiche all’esterno dei propri confini. Punto! Ho sentito dire che "una pace imperfetta è meglio della guerra". Ma la storia insegna l’esatto contrario: una pace imperfetta porta sempre ad altre guerre.

Attenti a non sottovalutare i russi, anche perché sono tutto fuorché fessi e incapaci (vedi gli insulti di Dmitrij Medvedev – l’ex premier russo e braccio destro di Putin – ai leader dell’Unione europea in visita a Kiev, o ancora l’affermazione dello stesso Medvedev: "L’Unione europea potrebbe sparire prima dell’adesione di Kiev".

Lo scorso 20 giugno il Dipartimento federale degli Affari Esteri e le Autorità cantonali ticinesi hanno presentato i dettagli della conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina che si terrà a Lugano i prossimi 4 e 5 luglio. Qualcuno ha giustamente sollevato delle obiezioni in merito a tale evento, considerata la guerra ancora in corso. "Una sfida ma anche un’opportunità unica per il Ticino, atta a dare visibilità al Cantone e a Lugano in particolare": parole dei nostri governanti.

Ognuno tragga le conclusioni che meglio crede. Da parte mia punto anzi, doppio punto!