I giovani devono essere protetti dal marketing del tabacco. La legge votata in parlamento va migliorata così come propone l’iniziativa Sì al divieto della pubblicità del tabacco, poiché la – buona e milionaria – pubblicità incita i giovani a iniziare a fumare.
È una questione di responsabilità e di coerenza. Come adulti siamo responsabili di quanto – notoriamente – mette in pericolo la salute dei minorenni; abbiamo il dovere di accompagnare le giovani generazioni a condurre una vita sana, basata su principi di coerenza, salvaguardandoli dalle manipolazioni. È incoerente vietare solo in parte la pubblicità del tabacco lasciando la facoltà di continuare le azioni di marketing nei contesti più frequentati dai giovani: la pubblicità sui quotidiani gratuiti, nei chioschi, su internet e quindi su tutti i social media, come pure ai festival, dunque proprio sui canali utilizzati dai giovani. Gli studi lo dimostrano chiaramente: se i giovani sono esposti alla pubblicità del tabacco, è più probabile che inizino a fumare.
Il 57% dei fumatori inizia a consumare tabacco da minorenne. La pubertà è un periodo della vita in cui i giovani sviluppano la propria identità; è un periodo in cui sono anche molto ricettivi alla pubblicità, in particolare a quei messaggi che suggeriscono mondi ideali, in armonia di gruppo, sicuri di sé e vincenti; le campagne dell’industria del tabacco sono molto ben fatte, e investono quantità enormi di denaro per raggiungere lo scopo di reclutare nuovi fumatori sin dall’adolescenza; propongono scene che promettono benessere, successo, libertà e presentano il fumo come un piacevole passatempo.
La Lega cancro si impegna con convinzione, assieme a un grande numero di altri enti e persone, per il Sì all’iniziativa volta a proteggere i giovani dal fumo. Ben il 15% dei quindicenni fuma saltuariamente o regolarmente (sigarette elettroniche escluse). Nella fascia d’età dei diciassettenni, quasi il 24% fuma saltuariamente o regolarmente. La maggioranza delle persone che fumano inizia quindi a farlo prima di aver compiuto 18 anni. A livello mondiale, il fumo è la causa primaria di cancro ai polmoni e responsabile per il 90% dei casi di cancro ai polmoni tra gli uomini e per l’80% dei casi fra le donne. In Europa, circa 82 casi di carcinoma polmonare su cento si eviterebbero, senza il fumo (attivo e passivo), così come 84 tumori della laringe su cento, un terzo dei tumori del cavo orale e dell’esofago, un quarto di quelli del fegato, la metà dei tumori della vescica. In Svizzera il cancro ai polmoni, con oltre 3’200 decessi all’anno, è la principale causa di morte per cancro.
Curare il cancro – quando non è fulmineamente letale – è oneroso dal punto di vista finanziario; è duro e pesante dal punto di vista psicologico, dal punto di vista fisico e dal punto di vista sociale; è la mia quotidianità lavorativa e so di cosa parlo. Personalmente ho fumato la prima sigaretta a 15 anni, ho ancora impressa nitida l’immagine di un cartellone pubblicitario con quel pacchetto dalla grafica accattivante; con le amiche ci sentivamo grandi e impavide, convinte di poter smettere in ogni momento; ho smesso e ripreso molte volte; solo con la tenacia, la forza di volontà e dopo tanti inciampi, sono riuscita a smettere e da alcuni decenni sono finalmente libera dal fumo.
La Svizzera è l’ultimo Paese in Europa e uno degli ultimi al mondo nel quale l’industria del tabacco può ancora indirizzarsi ai giovani in questo modo. L’iniziativa popolare “Giovani senza tabacco” è sostenuta da un’ampia coalizione che comprende l’intera comunità medica, moltissime organizzazioni di promozione della salute, le associazioni mantello dello sport, dei giovani e dei docenti, il consiglio della conferenza dei genitori del nostro cantone, personalità politiche lungimiranti, personalità della società civile, persone note e meno note tutte che hanno a cuore la salute della gioventù, assieme a molte altre organizzazioni.