Con buona pace di chi ha sfruttato abilmente le elezioni federali del 2019, questione femminile e altro, parrebbe proprio di sì. L’incantesimo pare sia finito, si torna con i piedi per terra, i temi e problemi reali rimangono tutti e i sondaggi parlano chiaro, piaccia o non piaccia… Sinceramente fanno un po’ sorridere le dichiarazioni dei “soliti noti” (Martinelli, Gysin, …) circa la possibilità di fare addirittura due consiglieri di Stato alle prossime elezioni cantonali. Ma dove?
Se ci sarà alleanza tra socialdemocratici e Verdi sarà per pura necessità (questione di percentuali e di seggiole) più che di spinta “ideale”, l’hanno capita tutti. Allearsi per non restare fuori dai giochi, altro che visioni comuni e sensibilità molto vicine! Ma sarà il tempo a confermare questa tesi.
Intendiamoci, sognare non è proibito, ma fantasticare quando la realtà è quella che è non è politicamente serio e di creduloni boccaloni ne girano sempre meno. D’altronde il secondo sondaggio di Tamedia in vista delle elezioni federali del 2023, pubblicato di recente, parla chiaro e conferma il primo allestito dalla Ssr, se non erro a inizio ottobre. Avanzano solo Udc e Verdi-liberali (+ 2,4%) mentre le altre forze politiche quali Ps, Plr, Allenaza di Centro e Verdi perdono tutte, chi più chi meno.
E in Ticino, secondo chi ha già cominciato a “prenotarsi”, dovrebbe succedere il contrario? Ma per piacere. La cosiddetta “sinistra” socialdemocratica non serve a nessuno (Ken Loach), esiste solo sul vocabolario o negli impiegati statali che votano per riconoscenza, e questo non solo in Svizzera, ma in tutta Europa. In Francia il partito socialista si è letteralmente disintegrato, non c’è più. In Italia il Pd di Letta (ex Dc) non ha un personaggio da candidare al Quirinale e deve sostenere il banchiere Draghi! In Inghilterra i laburisti di Blair (quello che piaceva tanto all’ex consigliera di Stato Patrizia Pesenti) sono diventati ostaggi dei poteri forti fino a espellere, udite udite, il famoso regista e attivista Ken Loach, simbolo indiscusso della working class inglese. L’hanno espulso perché “troppo di sinistra”, ma vi rendete conto!
Ma torniamo al nostro Ticino. Cari Martinelli e Gysin, ai ticinesi interessano prima di tutto i temi del lavoro, della giusta e dignitosa retribuzione, del fatto che ci siano cittadini di serie A e di serie B (chi lavora per lo Stato e chi no, inutile negare), un cantone dove si moltiplicano le agenzie interinali, dove chi è in Avs (senza la tredicesima!) non arriva alla fine del mese dopo magari 40 anni di lavoro!
Troppo comodo sindacare standosene seduti su una bella poltrona comoda; l’incantesimo del tutto “Green” si è ormai offuscato perché non tutti possono permettersi un’auto elettrica o pagare il carburante 2 franchi al litro! Non tutti possono realizzare il sogno di una casa al top del risparmio energetico con quello che costa! Cavolo, ma non l’avete ancora capita? Ma la conoscete la situazione socioeconomica del cantone Ticino o devono spiegarvela per bene quelli della Supsi?
Termino con una semplice costatazione, a proposito di coerenza politica, poiché anche qui occorre dire le cose come stanno. La questione femminile continua a essere, anche giustamente, al centro dell’agenda dei partiti della cosiddetta area di sinistra; quando noto però che il consigliere di Stato socialista è un uomo, il suo braccio destro fidato anche e il capogruppo in Gran Consiglio pure, è evidente che agli slogan (acchiappa voti?) non seguono i fatti. Vengo da una famiglia di scalpellini (immigrati dalla Toscana), ero e rimango operaio/artigiano in pensione, ma certe sortite di alcuni soloni della cosiddetta “sinistra” nostrana e non, mi fanno semplicemente sorridere.