Per la prima volta nella storia, all’air show di Dubai è stato allestito un padiglione israeliano. Mezza dozzina di aziende, in gran parte controllate dalla bandiera con l’esagramma mostrano le potenzialità dell’industria militare del giovane Stato, cercando la sinergia con la cultura e l’economia degli Emirati.
Non solo economia quindi, ma anche geopolitica: il Comandante in Capo dell’aeronautica Israeliana Amikam Norkin ha stretto la mano al Comandante dell’aeronautica Reale Ibrahim Nasser Mohammed al-Alawi, altresì all’incontro storico ha partecipato il capo dell’aeronautica tedesca Ingo Gerhartz.
Non sembra azzardato il dover riportare le lancette indietro di quasi mille anni per vedere eserciti islamici, occidentali e la città sacra andare d’accordo sotto il profilo militare. Infatti una tregua d’importanza simile si ebbe in seguito – e fino alla caduta – del regno di Gerusalemme in epoca delle crociate.
E già che abbiamo fatto un salto di mille anni, è doveroso allargare il tiro di altri 1’500 indietro e citare l’illustre precursore, Ciro II di Persia, che contro il sentore comune vigente all’epoca, aiutò gli ebrei a raggiungere la terra dei cedri, acacie e degli ulivi e avere un poco di pace.
Una storia che a cicli trova fame, distruzione e carestie, ma che, puntualmente, rifiorisce in una ricerca di stabilità e prosperità comune.
Questo periodo di distensione è in larga parte frutto degli accordi di Abramo, che dal 2020 hanno normalizzato le relazioni tra Israele, Emirati e Occidente.
Togliendo l’attenzione dall’industria militare, Emirati e Israele sono già riusciti, in un solo anno, a sostenere importanti accordi di scambio scientifico e commerciale a favore dell’industria della produzione, raccolta, filtrazione dell’acqua potabile: risorsa fondamentale alla vita purtroppo molto scarsa in buona parte del Medio Oriente, adesso resa più accessibile ai popoli mediorientali, indistintamente raccolti dal segno della mezzaluna, stella o croce.
Gli scambi economici intrapresi hanno altresì portato alla creazione di piattaforme di trading congiunte, azioni di filantropia nel settore artistico e addirittura una partnership per una mutua promozione turistica.
La Famiglia Reale Maktoum si dimostra quindi una grande promotrice di prosperità nel mondo mediorientale, con una serie di gesti ed iniziative concrete che quando si parla d’Israele e pace, non è mai fuori luogo tirare in campo la parola “speranza”.