È giunto il tempo di tornare a parlare seriamente e concretamente dell’imposta di circolazione in Ticino. Su questo tema il Ppd ha dato ai ticinesi la facoltà di esprimersi raccogliendo più di 20’000 firme con due iniziative popolari denominate rispettivamente “Gli automobilisti non sono bancomat!” e “Per un’imposta di circolazione più giusta!”. Si tratta di due iniziative datate luglio 2017 che nascono quale reazione spontanea al prelievo spropositato dalle tasche dei cittadini-automobilisti a cavallo tra il 2016 e il 2017. Il problema non è solo che quest’imposta risulta essere un tartassamento pecuniario che ha toccato più di 100’000 automobilisti, ma anche che si tratta di un’imposizione ingiusta se pensiamo alle famiglie e al ceto medio, cara al punto da essere addirittura la più elevata in Svizzera se presa in forma cumulata e, inoltre, l’attuale metodo di calcolo è complesso e obsoleto.
Con l’iniziativa “Per un’imposta di circolazione più giusta!” si propone di semplificare il metodo di calcolo prendendo in considerazione l’emissione di CO2, si chiede di passare la competenza su quest’imposta dal Consiglio di Stato al Gran Consiglio e si indica di creare un “fondo mobilità”. Di pari passo occorre plafonare il ricavo annuo delle imposte di circolazione per impedire di prendere di mira i cittadini-automobilisti con lo scopo mai apertamente dichiarato di coprire altri disavanzi nelle finanze cantonali.
A proposito del prelievo fiscale eccessivo del 2017, è vero che il governo ha apportato un successivo correttivo, ma è altrettanto vero che si tratta di una riduzione di circa 5 milioni di franchi contro i 9 pagati in più dai cittadini. Peraltro, non sembra esserci alcuna precisa corrispondenza per il singolo cittadino tra quanto è stato pagato e quanto è stato ricevuto indietro. Per non parlare dell’incremento complessivo di più di 27 milioni di franchi a partire dal 2010 che è decisamente sproporzionato se rapportato all’aumento annuo di nuove immatricolazioni. Con l’iniziativa “Gli automobilisti non sono bancomat!” il Ppd propone che la legge sia modificata in modo tale che a partire dalla successiva imposta di circolazione fissata sia dedotto l’aumento dell’imposta di circolazione pagato nel 2017. Detto in altre parole, il cittadino potrà anche scegliere se vorrà che gli vengano restituiti i soldi prelevati in più.
In conclusione, quale primo firmatario delle due iniziative popolari atte a cambiare l’imposta di circolazione, ho ben compreso che durante la crisi pandemica le priorità erano altre e ho accettato di congelare le due iniziative. In questa fase di nuova normalità è però giunto il tempo di riportare l’imposta di circolazione sui banchi del Gran Consiglio, di affrontare la proposta del governo ticinese e, qualora non si giungesse ad una soluzione soddisfacente, i ticinesi saranno chiamati ad esprimere il proprio voto.