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Lo sgretolamento dello Stato

Dopo le privatizzazioni si è passati al perseguimento del liberismo con altri mezzi: pareggio di bilancio, sussidiarietà, referendum finanziario

Graziano Pestoni
(Ti-Press)

In questi giorni è iniziata la raccolta delle firme per il referendum contro la decisione del Gran Consiglio di introdurre il pareggio dei conti dello Stato entro il 2025, tramite il contenimento della spesa. Una misura tendente a ridurre il ruolo dello Stato. I tentativi di ridimensionare lo Stato non sono nuovi. Basti ricordare i vari attacchi portati avanti dai liberisti durante gli anni Novanta. Hanno tentato di privatizzare l’Azienda elettrica cantonale, la Banca dello Stato, le carceri, molti servizi amministrativi, la scuola, l’Ente ospedaliero cantonale. Fortunatamente queste proposte sono state bocciate e i servizi sono rimasti in mano allo Stato. Purtroppo, ben presto gli stessi ambienti – la destra economica e parlamentare – hanno adottato una nuova strategia. Non hanno più proposto privatizzazioni: era evidente che la popolazione non ne voleva sapere. Hanno deciso allora di modificare le regole dall’interno, introducendo norme che sempre più andavano a limitare e a restringere le attività dello Stato. Vediamo quanto successe.

Azienda elettrica ticinese.

Nel 2016, su proposta di Christian Vitta, consigliere di Stato Plr, sono state soppresse, con la complicità di quasi tutte le forze politiche, le principali competenze del Gran Consiglio sull’attività dell’Azienda elettrica cantonale. Competenze che in un passato non tanto lontano erano state rafforzate e hanno permesso di porre fine alle attività speculative architettate da Masoni, Dell’Ambrogio e Rossi.

Sussidiarietà.

Nel 2012 Sergio Morisoli, deputato Udc e già consigliere di Marina Masoni, propose attraverso un’iniziativa popolare l’introduzione nella costituzione del principio della sussidiarietà. Un grimaldello contro lo Stato, lo aveva definito l’Associazione per la difesa del servizio pubblico. La proposta fu sostenuta anche dal Consiglio di Stato e fu accolta in votazione popolare il 9 febbraio 2020, dal 53,1% dei votanti.

Referendum finanziario obbligatorio.

Nel 2016 Morisoli propose una nuova iniziativa popolare sul referendum finanziario obbligatorio. Secondo questo principio le decisioni di spesa superiori a un determinato importo, una volta approvate dal Gran Consiglio, devono essere sottoposte a una votazione popolare. Per le altre decisioni, se contestate da parte di gruppi di cittadini, sarebbe sempre necessario procedere alla raccolta delle firme. Il 26 settembre 2021 i cittadini hanno bocciato l’iniziativa (Sì: 43%), ma hanno accolto il contro-progetto, d’altra parte non molto diverso dall’iniziativa (Sì: 52%).

Pianificazione ospedaliera.

Il 21 settembre 2020 Matteo Quadranti, deputato Plr, ha proposto attraverso un’iniziativa parlamentare la soppressione delle competenze del Gran Consiglio in materia di pianificazione ospedaliera, un principio deciso dallo stesso parlamento una decina di anni fa, all’unanimità. Per ridurre le opposizioni è stata introdotta una commissione di controllo, dalla dubbia utilità. Il Gran Consiglio, il 20 ottobre 2021, ha accolto la proposta a grande maggioranza.

Limite della spesa.

Come ricordato in precedenza, il 21 settembre 2020 Sergio Morisoli ha proposto, attraverso un’iniziativa parlamentare, l’introduzione del pareggio dei conti dello Stato. Il Gran Consiglio ha accettato la proposta con 44 voti contro 33. Contro questa decisione è stato annunciato il lancio di un referendum abrogativo.

Come si può constatare questa nuova strategia ha avuto successo, anche perché in molti casi le forze progressiste hanno sottovalutato l’impatto di queste modifiche o si sono lasciate sorprendere. Ma quali sono le conseguenze di queste decisioni? Possiamo indicarne almeno tre: 1) La limitazione delle competenze del Gran Consiglio sopprime il controllo democratico sulle istituzioni, come pure la possibilità della società civile di partecipare ai dibattiti su temi molto importanti. 2) Con il principio della sussidiarietà, per esempio, si vorrebbe far credere che il privato è più efficiente dell’Ente pubblico, ideologia smentita dai fatti. In realtà i privati sono interessati solo a realizzare utili per gli azionisti, e spesso aumentano i loro guadagni sottopagando il personale, scegliendo solo gli incarichi redditizi e riducendo la qualità delle prestazioni. 3) Il referendum obbligatorio e il limite di spesa potranno avere effetti molto negativi sulla società, soprattutto in un momento in cui sarebbe necessario un ruolo attivo dello Stato per risolvere i numerosi problemi del Cantone. Pensiamo ai livelli salariali, all’occupazione, alla carenza di personale nelle strutture socio-sanitarie, alla scuola, alla politica economica e a quella regionale.