I dibattiti

Semafori sul Piano di Magadino: ci risiamo!

Niente collegamento veloce A2-A13, ma intanto si ripresenta un concetto che la popolazione ticinese ha buttato con decisione fuori dalla finestra

Traffico sul Piano di Magadino
(Ti-Press)

Fino a pochi giorni fa ero convinto che l’opzione di semaforizzare il Piano di Magadino fosse un capitolo chiuso e che ci si potesse finalmente concentrare sul collegamento veloce A2-A13, ma a quanto pare le cose non stanno così.

Come hanno riportato i media, l’autorità federale intende fare ulteriori approfondimenti sul progetto A2-A13 – come se non ne abbiamo già fatti abbastanza – e ha deciso di ripresentare un concetto di semaforizzazione cercando di far rientrare dalla porta di servizio un’idea che la popolazione ticinese ha buttato fuori dalla finestra. Quindi niente collegamento veloce e in più intendono piazzare di nuovo i semafori; insomma oltre al danno anche la beffa.

Infatti, nel maggio 2019, il 73,1% dei ticinesi ha pronunciato in votazione popolare un convinto “no” ai semafori sul Piano di Magadino. Un responso chiaro che in poco più di due anni difficilmente potrà ribaltarsi. Al di là del breve intervallo di tempo intercorso da allora, questa proposta non ha alcun senso perché, a causa della pandemia, non sono cambiate le condizioni rispetto a quando si è votato. Uno dei principali argomenti di noi referendisti è stato quello di sostenere che, in attesa del collegamento veloce A2-A13, si potrà cominciare a parlare di misure concrete per fluidificare il traffico stradale sul Piano di Magadino solo una volta verificato il potenziale del trasporto pubblico in via di sviluppo con l’apertura del tunnel di base del Monte Ceneri e con l’aumento della frequenza dei bus.

Ora, è evidente che il coronavirus non ha permesso in Ticino una rivoluzione repentina del trasporto pubblico. Sappiamo tutti che nell’ultimo anno qualcosa è cambiato in peggio nella mobilità ticinese a causa della pandemia: meno passeggeri hanno utilizzato i mezzi pubblici a causa dei timori legati ai contagi a vantaggio dell’auto, molti lavoratori sono stati obbligati a svolgere la propria attività da casa, altri sono rimasti senza lavoro o nell’impossibilità di esercitare la propria professione e, infine, i turisti confederati, anziché recarsi all’estero, hanno optato per le ferie in Ticino con l’auto. Il risultato pare lapalissiano: treni e bus meno occupati, ma più auto sulle strade; addirittura, si sono create delle situazioni di picco di auto nei fine settimana e durante le vacanze scolastiche dei vari Cantoni svizzeri, che si sono tradotti in ingorghi sulle nostre strade.

Per concludere, in qualità di primo firmatario del referendum “Basta sprechi: no ai semafori sul piano di Magadino”, non lancio né moniti né avvisi, ma semplicemente mi appello al buon senso affinché l’autorità federale valuti bene cosa fare su questa tratta stradale, tenendo ben presente che il collegamento A2-A13 è più che mai essenziale e che sui semafori gli argomenti dei referendisti sono tutt’ora validi.