Il Parlamento federale, con il sostegno della sinistra, del Centro e ahimé, pure del Plr – quello che si definisce partito della libertà e dell’economia – ha approvato la revisione della Legge CO2, che prevede un importante aumento delle tasse sulla benzina, fino a 12 centesimi al litro, un sovrapprezzo per l’olio da riscaldamento, che per ogni 100 litri raggiungerà i 50 franchi e una nuova tassa sui biglietti aerei, fino a 120 franchi a volo. Per voce della Consigliera federale Sommaruga, capo del Datec, il maggior costo annuale per le famiglie dovrebbe attestarsi a 100 Franchi. Il calcolo è stato fatto probabilmente analizzando le abitudini e le necessità di una famiglia che vive in centro a Zurigo, a Berna o a Ginevra – dove il possesso dell’automobile, oltre a essere un lusso, è probabilmente un fastidio – perché i servizi pubblici in queste città permettono facilmente di spostarsi unicamente con il mezzo pubblico. Questa famiglia abita verosimilmente in una casa moderna, ben isolata e riscaldata con una termopompa. Le vacanze le svolge a casa o in qualche città europea spostandosi, ancora una volta, solo con il mezzo pubblico. Allora i 100 franchi aggiuntivi annuali sono verosimili. Se il calcolo del maggior costo lo facessimo però per la stessa famiglia che abita in una delle tante valli del Ticino, il costo risulterà ben più caro. Ipotizzando che il papà o la mamma, o entrambe, debbano recarsi in automobile al lavoro perché il mezzo pubblico non offre un’alternativa e che percorrano 25’000 chilometri annui, il maggior costo per l’acquisto della benzina risulterà di circa 300 franchi annui. Se questa famiglia abita in una casa vetusta non troppo isolata – una realtà diffusa nelle valli e nelle regioni periferiche – e la riscalda con un impianto a olio, il maggior costo sarà di circa 800-900 franchi l’anno. Se questa stessa famiglia, una volta l’anno dovesse concedersi il “lusso” di una vacanza all’estero utilizzando l’aereo, il maggior costo raggiungerebbe facilmente i 300-400 franchi. Ecco che i 1’500 franchi l’anno in più sarà la realtà per gran parte degli abitanti delle periferie e delle valli della Svizzera.
La Svizzera può e deve fare di più nel rispetto dell’ambiente, ma non con tasse e divieti, bensì con la sensibilizzazione e il progresso tecnologico. Siamo tra i paesi al mondo che più rispetta l’ambiente, anche nelle emissioni di CO2, perché produciamo solo lo 0,1% della CO2 mondiale. La Cina, che contribuisce con il 27%, in poco più di mezza giornata produce la stessa quantità di Co2 che il nostro paese produce in un anno. Negli ultimi 30 anni abbiamo ridotto del 24% le nostre emissioni pro capite portandole a 4,3 tonnellate, l’Austria a 7, la Germania a 9 e gli Usa a 16. Questo non vuol dire che non si debba promuovere politiche ambientali più incisive, ma non mettendo tutte le volte le mani nelle tasche dei cittadini, che del famoso Fondo per il Clima vedranno solamente le briciole. Infatti, per gestire i miliardi prelevati sotto forma di tasse ambientali, la Confederazione dovrà costruire un apparato burocratico mastodontico, che assieme a quello dei Cantoni che saranno anche loro chiamati a contribuire alla gestione dei fondi, genererà enormi costi e burocrazia.
Invito dunque a rifiutare questa revisione perché la legge attuale permetterà di raggiungere gli obiettivi dell’Accordo sul Clima di Parigi e soprattutto perché, come cittadini ticinesi, saremo quelli chiamati a pagare la fattura a beneficio dei cittadini che vivono nelle grandi città. Il tutto senza cambiare nulla sull’impatto globale.