l’appello

‘Ripristinare lo Stato di diritto’

Dopo sgombero e demolizione del Molino, intellettuali e artisti ticinesi si interrogano sull'etica che ha reso possibile uno sproporzionato ricorso alla forza

Dopo l'intervento delle ruspe (Ti-Press)
1 giugno 2021
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Pubblichiamo di seguito un appello ricevuto da numerosi intellettuali, artisti e scrittori ticinesi.

I movimenti di autogestione hanno una storia lunga e variegata. Esperienze di autogestione come quella avviata nel 1996 e che si è sviluppata nell’ambito del Csoa Il Molino si iscrive nel contesto di analoghe esperienze urbane nel resto d’Europa e in Svizzera.

Sono forme di contestazione di una certa organizzazione della democrazia, ma NON del sistema democratico, al quale si riferiscono chiaramente nella loro teorizzazione e organizzazione.

Al contrario, l’azione violenta e sproporzionata da parte della polizia, avallata con la mano sinistra e negata con la mano destra dal Municipio di Lugano, non è da considerarsi tale, a meno che non ci si riferisca a forme di pseudodemocrazia, profondamente illiberali.

Alla luce di questi accadimenti, come cittadine e cittadini che hanno in alta considerazione le istituzioni e la difesa della democrazia, non possiamo che interrogarci sull’etica che ha reso possibile uno sproporzionato ricorso alla forza, così come sull’applicazione dei principi democratici da parte delle autorità della città di Lugano in un’operazione che non solo sembra inadeguata, ma anche profondamente e inspiegabilmente cattiva.

Se invitiamo a cominciare seriamente il dialogo con una realtà che ha piena legittimazione, reputiamo altresì fondamentale che si chiariscano le eventuali imputabilità delle autorità cantonali e che soprattutto i responsabili a livello comunale si assumano le conseguenze di questo atto.

Per queste ragioni è opportuno che il Dipartimento delle istituzioni dica in modo chiaro se e quanto fosse coinvolto in questa azione illegale, pericolosa e violenta; inoltre è necessario che le autorità luganesi implicate ammettano di avere bloccato per ore delle persone in via Simen (fingendo di non sapere che quella era solo un’occupazione temporanea e simbolica) con il preciso scopo di sgomberare, anzi distruggere un bene della cittadinanza, un simbolo della cultura alternativa, ma soprattutto una grossa fetta del sentimento di libertà e sicurezza di cui ogni cittadina e cittadino deve poter beneficiare. Ci attendiamo che chi è stato democraticamente eletto rispetti le regole della democrazia e si assuma pienamente le responsabilità, unico modo per ripristinare lo Stato di diritto.

Nelly Valsangiacomo, Tommaso Soldini, Christian Marazzi, Ledwina Costantini, Claudia Patocchi Pusterla, Nando Snozzi, Maria Chiara Fornari, Paolo Pam Mazzuchelli, Gabriella Guerra Terrani, Michele Dell’Ambrogio, Spartaco Greppi, Lisa Monn, Carmen Vaucher, Andrea Bianchetti, Graziano Terrani, Danilo Catti, Fabio Pusterla, Pierre Lepori, Rocco Bianchi, Luca Mengoni, Giona Mattei, Claudio Tettamanti, Marco Züblin