Il centro scolastico comunale era all'avanguardia 50 anni fa, ora non più. Il 7 marzo si vota per il futuro, non per il passato
Nel suo articolo a sostegno del risanamento delle scuole comunali al Burio, l’ex sindaco Züllig fa leva in particolare sul valore architettonico delle scuole. Appartengono al “fausto periodo dell’architettura che ha realizzato pregevoli scuole d’avanguardia” sostiene, e noi, lungi dal contraddirlo su questo punto, facciamo però notare che erano all’avanguardia 50 anni fa, ora non più. E che la loro particolare struttura non permette di adattarle alle esigenze didattiche ed energetiche attuali. Impossibile inoltre aumentare gli spazi esterni destinati alla ricreazione, attualmente molto scarsi e cementati (a meno di considerare area ricreativa quella sorta di Machu Picchu che sorge a lato, come pensa qualcuno).
Impossibile eliminare le barriere architettoniche che continuerebbero, anche dopo il risanamento, ad impedire ai bambini con disabilità motoria di partecipare in modo completo alle attività scolastiche.
Siamo naturalmente d’accordo con l’ex sindaco laddove proclama che “ci vuole grande rispetto per le opere che hanno segnato il territorio” ma ci chiediamo, visto lo stato di degrado in cui si trovano le scuole, se questo principio lo abbia guidato anche nel corso dei numerosi anni passati da capo tecnico e nelle due legislature da sindaco.
Fra gli argomenti a sostegno del risanamento l’ex sindaco sottolinea l’importanza dell’affetto che lega le scuole del Burio a quella parte della popolazione che l’ha frequentata. Ma il 7 marzo si vota per decidere cosa è meglio per le future generazioni di allievi, non per quelle del passato; è in ballo il futuro dei bambini che al Burio non hanno ancora messo piede perché ancora in età prescolare o perché non ancora nati; bambini che a loro volta si legheranno affettivamente alle scuole che avranno la ventura di frequentare e che non dovrà essere obbligatoriamente quella frequentata dai loro genitori, nonni o bisnonni.
A proposito degli scenari apocalittici prefigurati dall’ex sindaco circa l’abbattimento delle vecchie scuole, facciamo semplicemente osservare che tale evento rappresenta un’opzione tra le altre. Noi votiamo per avere una scuola nuova e consona agli standard attuali; quando i ragazzi saranno al sicuro in una nuova sede, per il Burio si aprirà un ventaglio di possibili nuove destinazioni, visto che come scuola non è più idoneo. All’ex sindaco riconosciamo comunque il merito di avere rivelato finalmente che nella struttura che si vorrebbe risanare c’è dell’amianto. Una presenza inquietante e finora sottaciuta che fornisce un motivo in più per votare due no al referendum: se l’amianto rappresenta un grave pericolo nel caso della demolizione del vecchio edificio, lo sarà anche in quello del suo risanamento, con l’aggravante, nel nostro caso, della presenza degli allievi nel cantiere.