I dibattiti

Sorpassi a Bellinzona: tutti per uno e uno per tutti?

Lo scaricabarile del Municipio, 'una prassi ormai nota'

Marco Noi (Ti-Press)

Finalmente sono arrivati gli esiti degli audit (attesi in un primo tempo per fine giugno 2020, poi per fine agosto e giunti per finire qualche giorno fa) che il Municipio di Bellinzona ha commissionato per fare chiarezza sui noti sorpassi di spesa per oltre 5 milioni in tre cantieri. Questi audit – uno interno commissionato al Servizio controllo e gestione qualità (servizio che risponde direttamente al Municipio) e uno esterno commissionato a uno studio specialistico di Zurigo – avevano lo scopo di chiarire come si sono prodotti i sorpassi di preventivo. I risultati sono stati presentati la scorsa settimana dal Municipio in una conferenza stampa (sul sito della Città si trovano comunicato stampa e slides della presentazione), mentre i consiglieri comunali hanno potuto accedere ai due rapporti integrali.

Come è risaputo, i Verdi da tempo criticano la gestione “laissez faire” e per certi versi megalomane del Municipio, il quale per rincorrere l’ideale di una Bellinzona “nuova” che possa rivaleggiare con Lugano e con le altre città svizzere, si è lanciato in innumerevoli progettualità (in attesa dei progetti “strategici”) senza però pensare che poi bisogna poter sostenere tutto ciò che si è lanciato.

I risultati dell’audit esterno, certamente meno soggetto alla compiacenza nei confronti dell’operato del Municipio, sembrano confermare la critica dei Verdi. Infatti, così si esprime il perito: “Si potrebbe ipotizzare come un comportamento acritico e benevolo dei responsabili politici possa indurre i collaboratori alla legittima convinzione che il loro modo di agire sia avvallato.” Ergo, se chi conduce è acritico e permissivo, anche chi sta sotto segue di conseguenza.

Cosa fanno allora il Municipio e il suo sindaco? A parole lasciano credere che si assumono la responsabilità per ciò che è successo, ma nella sostanza scaricano tale responsabilità nella più classica delle esternalizzazioni su uno dei membri esautorandolo ‘collegialmente’; e la scaricano poi anche sui dipendenti comunali dopo averli messi alla frusta (nessuno ha accennato alle innumerevoli ore straordinarie accumulate) per mesi e mesi, obbligandoli a soddisfare le manie di grandezza municipali. Che questo Municipio abbia una certa tendenza a ‘scaricare’ i suoi sodali, venendo meno alle proprie responsabilità e agli impegni sottoscritti, non è d’altra parte una novità. Il collettivo ‘Giù le mani dalle Officine’ ne sa qualcosa.

Parafrasando il motto costituzionale che “la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri”, ricordato ironia della sorte proprio da un giovane esponente Plr nell’ultima seduta di Consiglio comunale, possiamo immaginare quale forza abbia oggi il nostro Municipio osservando uno dei suoi membri messo senza scrupoli in posizione di debolezza. Quanto cittadine e cittadini vorranno ancora giustificare questo stile politico da scarica barile, in cui chi è nella posizione di debolezza è obbligato ad assumersi i costi per riparare ai danni che altri hanno causato (ricordiamo che quale atto di riparazione e assunzione di responsabilità per i sorpassi, il Municipio intende far pagare a cittadine e cittadini un credito suppletorio!) lo vedremo in futuro. Intanto i Verdi e poche altre mosche bianche hanno lanciato un segnale anche attraverso la storia della ex-Petrolchimica, dove la collettività è chiamata ad assumersi l’onere di riparare alla compiacenza acritica della politica.