I dibattiti

Una sede degna per le nostre Aim a Mendrisio

La costruzione di nuovi spazi nel comparto di San Martino è motivata, le alternative non praticabili

Monica Meroni Braun (Ti-Press)

Se dovessi spiegare a un bambino curioso cosa sono la “Aiemme, gli direi che ogni città ha dei posti importanti: la scuola, la stazione, il parco giochi e l’ospedale, per esempio. Le Aim, invece, sono qualcosa che non tutte le città hanno, ma che vanno viste come un punto forte, perché forniscono l’acqua, l’elettricità e il gas a tutte le case e a tutti gli abitanti di Mendrisio.

L’argomento ci porterebbe lontano, a ragionare di come sia miracoloso il fatto di aprire un rubinetto e vedere l’acqua che scorre, di quanto sia bello in inverno entrare in casa e trovarla calda o di quanto siamo fortunati a poter accendere una piastra per preparare da mangiare… Ma adesso metto da parte il bambino curioso e mi rivolgo a noi adulti.

“Passaggi” è il nome del progetto che ha vinto il concorso di architettura per la progettazione della nuova sede delle Aim. La parola forse vuole richiamare i flussi di acqua, di energia… fili, tubi, reti e canali che noi non vediamo e che ci permettono di avere quelle comodità che riteniamo scontate, ma che con la loro scoperta hanno rappresentato una grande conquista nella vita quotidiana dell’essere umano.

Prossimamente il Consiglio comunale sarà chiamato a votare il credito per la realizzazione della nuova sede, una sede attesa da anni, già dal lontano 1997, quando il terreno fu acquistato dal comune proprio per questo scopo. Ora c’è chi arriccia il naso e annuncia aria di referendum, adducendo che questi soldi sarebbero utili per altre cose in questi tempi grami di Covid; che le Aim potrebbero insediarsi nel Centro di pronto Intervento (Cpi fase 2) o in qualche capannone dismesso; che è un peccato sacrificare un prato verde nella piana di San Martino…

Infatti, la nuova sede dovrebbe sorgere a fianco dell’Ecocentro, nel cuore industriale della Città. Dimentichiamoci le verdi pianure e gli ameni pascoli di un tempo: da tempo San Martino non è più questo e si è trasformata nella zona delle industrie, della logistica, delle vie di comunicazione. Questa volenti o dolenti è la nostra pianura, ma che fortuna poter contare sui nostri parchi cittadini, sui nuclei dei nostri quartieri, sui meravigliosi parchi naturali fuori porta del San Giorgio e del Generoso e anche sul Parco del Laveggio in fase di realizzazione a tappe!

Con la sua storia di quasi 100 anni, con la sua cifra d’affari di poco meno di 40 milioni, i suoi 45 collaboratori, i suoi 11'000 clienti elettrici, i suoi 4'500 clienti di acqua potabile e i suoi 870 clienti del gas si constata che le Aim in tutti questi anni non hanno mai potuto contare su una sede stabile e funzionale. Questi numeri giustificano la nuova costruzione che permetterebbe finalmente di riunire sotto un unico tetto amministrazione, direzione, settore tecnico, e spazi logistici per le squadre di idraulici ed elettricisti; tutti settori al momento sparpagliati in 10 punti diversi della Città. Ciò andrebbe chiaramente a favore di una maggior efficienza e ottimizzazione del lavoro.

La sistemazione all’interno del Cpi non è possibile perché la parte preponderante degli spazi sono stati acquistati dal Cantone per l’insediamento della Polizia e per quanto riguarda l’aspetto finanziario è bene sapere che la spesa andrà a ricadere non sui conti del Comune, ma su quelli delle Aim. Con l’oculata gestione degli ultimi decenni, la sede è già finanziata e non impatta sulle tariffe.

Per terminare va detto che il progetto della nuova sede è opera dello studio di architettura Durisch e Nolli, gli stessi che hanno ideato il m.a.x. museo di Chiasso. Un’architettura di qualità dunque, capace di inserire anche in un contesto industriale un elemento significativo e godibile.

I movimenti legati ai “Verdi” avrebbero ragione di compiacersi in quanto il nuovo edificio sarebbe in Svizzera il più grande con una copertura fotovoltaica integrata attualmente in progettazione: 3000 m2 di pannelli solari che lo renderanno completamente ecologico e autosufficiente, con un carico di immissioni di CO2 pari a 0.